Inizio settembre '98,

con un salto di circa 75 miglia con mare formato balziamo dalla costasud-ovest di maiorca, colonia san giordi, ad ibiza ed approdiamo
direttamente al porto della cittadina di ibiza, banchina di transito, molo
in cemento con piano di calpestio leggermente obliquo e stranamente seguiti
da una barca gialla in ferro battente bandiera algerina.
E' la prima volta che incontriamo in mare una barca da diporto con bandiera
algerina, a bordo una coppia giovane ed un anziano.
La cittadina è quella che si immagina, piena di ristorantini folcloristici,
locali trasgressivi, gente normale e non, castello che osserva tutto e tutti
dall'alto.
Troppo turismo per i nostri gusti.
Dopo una giornata di sosta percorriamo ancora il tratto di mare nella parte
sud dell'isola passando nel canale che divide l'isola principale con
formentera e l'isolotto di espalmador, quest'ultimo sabbioso e meta dei
giovanissimi.
Attenzione il canale a sud di ibiza è larghissimo ma quasi tutto un basso
fondale con un solo stretto passaggio centrale. Andiamo avanti tralasciando
formentera ma la toccheremo al ritorno.
Approdiamo sulla cosata ovest di ibiza per l'ultima tappa dell'arcipelago,
in una caletta che si apre fra altissime coste scoscesi, cala vedella,
bellina e pittoresca, con numerosissime boe e corpi morti, quasi tutti
occupati con attracco a prua e poppa di ciascuna barca.
Con un po' di artifici vari..... riusciamo a dare cima a prua ad un
gavitello così a poppa, quest'ultima distante circa un metro da un ferro da
stiro. La caletta è tranquilla, le pareti di uscita si accavallano quasi
l'una all'altra, verso riva vi sono dei bagni delimitati da una zona con
galleggianti, anche una coppia di vicini di barca sono abbastanza gradevoli.
Resoconto delle baleari, comodissime per girarle in barca, poco costosi gli
attracchi, almeno quelli principali che abbiamo toccato, numerosissime le
baiette e calette adatte ad ancorare anche se non sempre si trova posto
facilmente, tutto sommato molto piacevoli e con bella acqua cristallina.
Fra poche ore percorreremo ancora 75 miglia circa per raggiungere la costa
spagnola nei pressi di capo della Nao.
Il mare come sempre un po' in movimento e vento scarso o tanto per non
cambiare, sul naso.

Il viaggio continua, dopo circa 75 miglia percorsi nel canale fra ibiza e la
costa spagnola ci avviciniamo e cerchiamo un posto dove atterrare,
l'attraversamento del canale non è stato difficoltoso ma una volta sotto la
costa spagnola, il mare è diventato cattivo ed è rinfrescato il solito vento
quasi in prua.
A forza di motore costeggiamo gli strapiombi del capo de la nao dirigendoci
verso gibilterra ed ecco dopo un promontorio aprirsi il piccolo porticciolo
di Calpe, prendiamo terra e diamo cime alle bitte.
Sorpresa piacevolissima, paesino molto caratteristico con numerosi banchi
con coreografiche esposizioni di pescato molto particolari anche se
preferisco vederli tutti vivi nel loro habitat marino :-(
scopriamo che in questo paesino marinaro ha soggiornato per lungo tempo
anche Hemingwai.
Cerchiamo invano un negozio dove acquistare una carta nautica per i prossimi
attracchi, poiché abbiamo nel cartografico una cartuccia poco dettagliata
per la navigazione da cartagena a gibilterra.
Il mattino seguente molliamo gli ormeggi e percorriamo ancora circa 50
miglia passando al largo di benidorm fino ad Alicante.
Alicante, marina super-moderno ed attrezzato, città frequentatissima e
trafficata, qualche supermarket aperto anche 24ore al giorno. Qui
incontriamo alcune barche italiane, una coppia sessantenne che naviga da
circa quattro anni ininterrottamente e ci consigliano bene per i prossimi
marina, in particolare ci parlano molto bene del marina di aquadulce nei
pressi di almeria, ed alcuni ragazzi che aspettano parte dell'equipaggio per
rientrare a La Spezia, quest'ultimi ci sconsigliano di costeggiare le saline
nei pressi di cabo de palos (secondo loro c'è poco di bello da vedere).
Si riparte e via circa 75 miglia fino a cartagena, porto militare dove nel
mentre entriamo nella gola superfortificata incrociamo un sommergibile che
esce dal porto semisommerso.

Cartagena, cittadina movimentata e bellina, appena fuori dal porto vi è un
monumento composto da un vecchio sommergibile sovrapposto a delle fontane,
di fianco ad esso inizia il centro storico, elegantino e raccolto.
Noi nomadi riprendiamo il viaggio verso Gibilterra, puntiamo verso capo
s.José o almeria per andare a conoscere il marina di aquadulce che ci aveva
consigliato l'amico italiano (cielito lindo) di cui ho parlato in
precedenza. Quest'ultimo, ravennate, ci aveva consigliato questo marina per
la sua economicità e ci aveva invitato a chiamare il responsabile (Mario)
tramite VHF per chiedere informazioni sulla disponibilità di posti prima di
accostare non dimenticando di presentarci come amici di:..."ci manda cielito
lindo", ed informandolo anche che fra qualche giorno sarebbe arrivato
anch'egli per lasciare la barca (un'alpa) e tornare un po in Italia.
Il mare non prometteva bene pertanto abbiamo deciso di entrare a Garroucha
anche perché il sottoscritto, per ovvie ragioni, doveva rientrare in
Italia.
Garroucha, una lingua di sabbia di oltre un chilometro su cui si affaccia il
paese, ad una estremità di questa si apre il piccolo porto con qualche nave
che
trasporta sabbia ecc.; ormeggiamo all'ancora in porto verso le 21 sotto un
tramonto rosso fuoco che si riflette sono un cielo molto nuvoloso, niente di
mai visto prima. Ottima paella in uno dei ristorantini subito fuori dal
porto.
Il mattino seguente ci svegliano molto presto perché bisogna far posto alla
nave che deve manovrare.
Colgo l'occasione al volo e lascio la compagnia, purtroppo per rientrare al
lavoro, con un groppo in gola percorro tutta la strada che sovrasta la
spiaggia osservando: i miei tre amici (uno l'avevamo imbarcato a maiorca) e
la barca che sopra un mare d'olio, con la bandiera in poppa penzoloni,
costeggiano tutto il lungomare e scompaiono verso capo de Gata.
Alla ricerca di un mezzo per rifare le oltre 1000miglia all'incontrario
scopro che per via aerea il viaggio costa circa £. 1.500.000 e volendo
adottare la
soluzione treno ciò risulta farraginoso, scomodo e costoso. Per puro caso
viene
fuori la possibilità di rientrare in autobus, ebbene si, vi è una linea di
autobus che da Casablanca arriva fino a Roma e non solo, vi è la possibilità
di girare tutta l'Europa a modica cifra (Eurolines autolinee
internazionali). Con circa £. 200.000 sono rientrato arrivando a Viareggio
con circa due ore di anticipo, viaggiando comodamente, con televisione e
filodiffusione.
I miei amici dopo qualche altra tappa sono arrivati a Gibilterra, hanno
percorso tutto il canale e si sono ormeggiati in un porticciolo all'estrema
punta dell'Africa dopo Tangeri ma qui per una breve sosta le autorità del
luogo hanno richiesto la tariffa di attracco equivalente a quella delle
navi, poiché il porticciolo è solo per attracco navi. A tale richiesta loro,
da
ottimi navigatori, hanno quasi tagliato le cime per la fretta di scappare da
un siffatto luogo e con circa 50nodi in poppa hanno cavalcato verso le
Canarie incrociando numerose navi. I racconti dicono che dopo 4 o 5 ore il
vento è diminuito e dopo
circa una settimana che li avevo lasciati, alle ore 23.30, ho ricevuto la
loro
telefonata e con tanta euforia mi comunicavano di aver appena attraccato a
Lanzarote. Felicissimo per loro ho riprovato nuovamente quel dolore dentro,
purtroppo non potevo essere con loro!
Qui il mattino dopo l'attracco, per effetto della marea, si sono trovati
quasi in secco.
Toccate poi quasi tutte le Canarie si sono fermati, prima del balzo, alla
baia
di Los Cristianos a sud di Tenerife, in rada all'ancora hanno socializzato
con diversi
navigatori e fra questi hanno conosciuto e trascorso alcuni giorni in
compagnia di
Giovanni Leone che col suo Joshua attendeva l'Aliseo per partire. Appena il
Joshua è
salpato hanno preso il suo posto all'ancora ritenuto tranquillo e protetto e
due due di essi hanno approfittato per fare un salto in Italia.
Biglietto aereo comprato a tenerife per Milano AR circa £. 600.000.
Prossimamente vi darò alcune notizie sui Caraibi estrapolate dai loro
racconti;
sarò più preciso e riprenderò il racconto in prima persona nel percorso di
rientro in Italia e cioè dalle
Azorre, Lisbona con insabbiamenti nell'Atlantico. Da dove ho ripreso in
pratica la
navigazione per riportare la barca a La Spezia.





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