La VOC di Stefania

La mia VOC inizia la mattina del venerdì con un'insalatiera di coccio smaltato stile tardo barocco primi rococò che viaggia accanto a me destinazione Porto S. Stefano. Essendo il coccio fragile, ad ogni frenata o curva lascio il volante per agguantare il trofeo che "se si rompe chi li sente quelli di VeLista", così che a momenti rompo il muso della macchina e anche il mio.
L'appuntamento era alle 16:00; alle 15:00, quando arrivo al porto, me li trovo tutti quanti già parati (ma la mamma non ve lo ha spiegato che alle feste si arriva con un quarto d'ora di ritardo?!?).
Si decide che il breafing verrà fatto sul molo così inizia subito a diluviare: una ventina di persone riparano sotto un telone; qualche buontempone ogni tanto lo alza in modo da far defluire l'acqua nei colletti di quelli che sostano un po' esterni (Ferrara ti ho visto!!!).
Gli altri venti giacciono all'asciutto sottocoperta a spostar alberi e regolare lande. Manco fossimo all'American Cup.
Al grido "io non esco se prima non provo la barca", il Fresia attende fiducioso che spiova, imbraga di salvagenti il suo equipaggio ed esce.
Facciamo finta di niente, ma non appena il barchino guadagna un mezzo miglio dalla diga foranea, siamo tutti sul frangiflutti armati di binocolo: "Mmmmmm... troppo invelato!" "Ohilà che strorza!" "Che fa? Non riesce a rientrare?" "no, no ha strambato!". Quando il Fresia rientra, riprendiamo a far finta di niente che a un osservatore esterno sarebbe parso che nessuno s'era accorto che Gianfranco era andato a far due bordi in mezzo alle onde.
La mattina successiva è un via vai di carrelli del supermercato che trasportano ancore, catene, materassini e pentole alla discarica. Noi della Falanghina crew, invece, facciamo acqua perché la pompa del bagno non funziona.
"Fabrì, che famo? Armiamo il circuito dello spi tanto per darci un tono?"
"Sì, vabbè... proviamo anche il fiocco... Toh, guarda! Abbiamo la canaletta scarciofata!"
Prontamente il noleggiatore delle barche si fa issare col banzigo (chissà perchè questa volta tutti hanno controllato se c'era un banzigo a bordo... ;-)) ma pesando costui i suoi sporchi 100 kg, ripariamo la canaletta e abbananiamo l'albero al contrario :-)))
Finalmente la partenza con tanto di bandierine di regata. Vento al granlasco e tutti subito su di spi. Noi pure. Però aveva una forma strana. Ci abbiamo messo un dieci minuti prima di capire come avevamo incasinato scotta, braccio e tela...
Colpa del lento risveglio del nostro prodiere....
Poi il buco di vento. Terribile. Tutti lì a ciondolare. Speedometro che segna lo zero assoluto. Eppure qualcuno, lentamente avanza. Lo Scarnicchia va fuori di testa.
"Accendiamo il motore!"
"No, non si fa"
"Accendiamo il motore, CHE STIAMO A FARE QUA FERMIII!!!!!"
"No, ti abbiamo detto che non si fa"
"ARGHHHHHH!! ACCENDIAMO IL MOTORE!!!!"
Lo Scarnicchia ci coglie di sorpresa raggiungendo, con balzo felino, il pozzetto e accende il motore.
"Brummmmm!"
Ora, per chi non lo sapesse, quei first 31,7 hanno la leva motore amovibile: noi l'avevamo tolta ed inserito la retro per via delle pale abbattibili.
"DISGRAZIATO!!!!!!!! C'E' LA RETRO INNESTATAAAAAAAAAAAA!!!!"
Così la barca fa un bel balzo all'indietro, lo spi si gonfia al contrario e, cosa ancor più biasimevole, rimaniamo col bipala aperto che non avevamo abbrivio per farlo chiudere.
Mentre il resto della flotta se ne va, noi non impicchiamo lo Scarnicchia in testa d'albero solo perchè non riusciamo a metterci d'accordo su quale drizza usare.

[segue]