Costruzione Stratificata a mano con resine isoftaliche (e gelcoat isoftalico). Costruita con la tecnica del controstampo semi strutturale e con le paratie stratificate per l’intero perimetro della barca. Le sartie scaricano direttamente in chiglia attraverso due longheroni laterali. La coperta è in sandwich con riempimento in schiuma per garantire la coibentazione termo acustica degli interni e abbassare il baricentro della barca. Scafo e coperta sono incollati e nei punti di maggior sforzo anche imbullonati tra loro. La trasmissione della timoneria è di tipo cardanico (con braccio in ghisa e senza frenelli). Due pompe di sentina, una elettrica e una manuale. Interni ![]() La disposizione è classica: due cabine doppie a prua e a poppa (la prima è profonda, ma non particolarmente larga a causa delle linee di carena che si restringono a prua). Quadrato con dinette contrapposte (una trasformabile) e tavolo centrale. Cucina a “L” con fornello a due fuochi e forno, frigorifero e lavello con pompa a pedale per presa a mare. Tavolo da carteggio ampio, bagno con doccia. Attrezzatura di coperta, vele, linee di carena, esterni. L’attrezzatura di coperta è Lewmar e Wichard. Quattro winch self tailing , due per le drizze e due per le scotte, trasto randa ai piedi della timoneria, wang rigido, albero e boma Z spar, avvolgifiocco. Sette osteriggi apribili e due passa uomo. Due ordini di sartie (alte e basse) e paterazzo regolabile con un paranco. Tutte le manovre sono rinviate in pozzetto. Un solo gavone esterno, a dritta, molto, molto ampio e profondo. ![]() La barca è dotata delle manovre per il gennaker/spinnaker (che per ora non ho). Linee di carena: slanci contenuti a poppa e soprattutto a prua, baglio massimo arretrato ma non “tiratissimo” (all’incirca all’ altezza del tambuccio; la linea a poppa è arrotondata e non a “cuneo”); contenuto anche il bordo libero. Il pozzetto (sedute in teak) è particolarmente ampio e comodo (5/6 persone comode + il timoniere), oltre a due sedute “panoramiche” in teak sul pulpito di poppa. Dispone di spallette paramare ben protettive, e di un “puntapiedi” lungo l’asse di mezzeria per tutto il piano di calpestio del pozzetto. I passavanti, per l’”importanza” della tuga (che però si raccorda elegantemente con il piano di coperta), sono sufficienti ma non particolarmente ampi. Comportamento in mare, pregi e difetti. La barca (soprattutto se, al contrario di me, non consentite a moglie/fidanzata di farne “la casa al mare”, dove riporre tonnellate di tutto) è molto veloce a vela e predilige la bolina /traverso. Tuttavia: la randa avrebbe bisogno di una terza mano, o di una seconda mano decisamente più alta, (ciò cui ho intenzione di provvedere) mentre la barca potrebbe ben sopportare un genoa a più elevata sovrapposizione. Ottima la manovrabilità, anche nelle manovre di ormeggio a motore grazie alla trasmissione sail drive. Lo spazio per il timoniere, a poppavia della ruota, è decisamente buono ed il trasto a sua portata di mano. Tuttavia, il passaggio in pozzetto del timoniere, verso prua, non è agevolissimo proprio a causa della lunghezza del carrello del trasto posto sotto la ruota (che va “scavalcato”, passando dalle sedute laterali). L’unico gavone esterno a dritta pone la necessità di una particolare attenzione alla disposizione dei pesi (che vanno controbilanciati utilizzando anche gli stipi/gavoni interni a sinistra, lungo la murata (dietro la dinette) e sotto il materasso della cabina di poppa. A mio avviso il cantiere avrebbe potuto studiare la possibilità di un altro gavone esterno a sinistra, più piccolo, seppur arretrato. Si tratta, in sostanza, di un buon compromesso tra velocità a vela e comodità in crociera. Si muove anche con venti leggeri e consente un utilizzo a vela anche nei caldi e poco ventosi mesi estivi; l’abitabilità interna è a mio avviso più che buona per quattro persone in “crociera lunga” , ma non ci sono i “grandi spazi” cui sono abituati gli utenti delle omologhe, per dimensioni, barche dei noti Jeanneau, Beneteau, e Bavaria. |