Porto Baratti

42° 59'.96 N - 10° 30'.26 E
Capit.  0565.221000
Della Nave  330.451745

Giuliano Delfiol - 2002

Posto a N del promontorio di Piombino, Porto Baratti è una insenatura di fronte alla quale ogni aggettivo fa cilecca. Si deve questo oltre che a doti naturali non comuni, ad una concomitanza rarissima di circostanze favorevoli: a) la presenza sulla spiaggia e nell’immediato entroterra di un’area archeologica di gradissimo interesse, severamente vincolata e molto ben vigilata, b) la presenza sul poggio che delimita l’insenatura a Sud di un’unica bellissima villa ottocentesca da sempre appartenente ad un’antica famiglia che non ha mai mostrato propensioni lottizzatorie, c) l’inserimento di tutta la zona nel piano particolareggiato del Promontorio di Piombino, redatto dal Comune di Piombino fin dal dopoguerra con vincoli di inedificabilità assoluta (Parco archeologico di Baratti-Populonia). Risultato? Chi non più giovane (come chi scrive) ricorda Porto Baratti negli anni ’60, circondato dai pini e da un paesaggio agricolo e di macchia, e ci torna nel 2002, non nota la più piccola differenza.
La storia antica e recente ma soprattutto archeologica del territorio di Baratti-Populonia richiederebbe volumi: chi ha voglia e interesse può sbarcare col gommino e visitare (qualche ora di cammino, bellissimi percorsi e molte occasioni di godimento culturale) il Parco Archeologico, nel cui centro di accoglienza (un antico casale recuperato) potrà acquistare un’intera bibilioteca. Non mi dilungo oltre sul Parco archeologico, ma esso vale una visita indipendentemente dalla navigazione, per la straordinaria suggestione di antiche necropoli perdute nei boschi. Occorrono solo un paio di scarpe solide (non mocassini da barca).
Porticciolo A Porto Baratti si può dare fondo su sabbia, più o meno dove si vuole, non esistono pericoli se non qualche scoglio affiorante sul lato S, dal quale è bene tenersi lontani arrivando di notte. Oppure si può ricorrere ad una curiosa impresa di ormeggio locale, gestita familiarmente da due giovani ormeggiatrici (figlie dell’ormeggiatore storico e fondatore dell’impresa, purtroppo da poco scomparso) con i rispettivi mariti: sarete guidati ed assistiti molto professionalmente nell’ormeggio su una miriade di corpi morti, lontani un centinaio di metri dalla riva; vi metteranno a bordo quattro cime degne di una portaerei, che vi garantiranno tranquillità notturna come su un invaso. Naturalmente non c’è corrente (elettrica), ma se lo chiedete vi porteranno l’acqua da terra con uno sbalorditivo sistema di tubi chilometrici sostenuti da gavitelli....
Occorre dire che Porto Baratti è aperto ed esposto ad W-NW, quindi arrivando nel pomeriggio vi troverete risacca. ma con tempo buono le notti sono calme. Di prima mattina non è raro lo scirocco teso, che viene dal Golfo di Follonica scavalcando le colline dietro Piombino, e ricadendo con notevole accelerazione. Comunque le ormeggiatrici sono ottime conoscitrici del clima locale.
Si va poi a terra col gommino, raggiungendo un traballante imbarcadero di legno. Se non avete il gommino, niente paura, vi prestano loro un gozzetto oppure, a scelta, telefonate e vi vengono a prendere e vi riportano. Questo genere di premure rende l’ormeggio a Baratti un’esperienza indimenticabile. Il costo di questi servizi è più o meno quello di un porto.
Per chi fosse sbarcato solo in cerca di buona vita, vi sono varie possibilità, cominciamo dalla più ghiotta: alla radice di un vecchio imbarcadero prendete a sinistra la strada lungo il mare, poche decine di metri e c’è il miglior ristorante; si mangia sotto una pergola e il proprietario vi farà uno spaghetto con l’astice che ricorderete. Il menu è generalmente di pesce, di tutto rispetto perchè Piombino è un buon mercato e vi è molta pesca spontanea e informale. Se siete fortunati e trovate il trattore in una serata di buon umore (non accade spesso), e riuscite a intavolare un buon feeling senza insospettirlo, fatevi raccontare cosa faceva prima di aprire il ristorante ..... c’è da scrivere un libro (non posso pubblicamente dire di più).
Se invece dalla radice dell’imbarcadero prendete a dx, poche decine di metri e vi imbattete nell’ex caserma della finanza che ospita il ristorante Canessa, con annessa tabaccheria, un po’ più anonimo ma tutt’altro che da buttar via e comunque più economico del precedente.
Conclusa la cena, specialmente se abbondante, può essere consigliabile una passeggiata digestiva a Populonia alta: prendete la strada seguendo i cartelli o chiedendo, sono un paio di km di strada asfaltata circondata da boschi (anche in piena estate il traffico è scarsissimo), salite coraggiosamente senza maledirmi e vi troverete all’abitato di Populonia, uno dei posti da buon ritiro che renderebbero invidiabile qualsiasi vecchiaia. Poco prima di entrare in paese vedrete sotto di voi l’intero Golfo di Baratti circondato da colline, se c’è la luna il panorama è struggente. Non rimpiangerete la scarpinata. Il paese è in realtà un borgo abbastanza piccolo, con stradine fascinose e un castello dal quale il panorma è spettacolare, a 360° (non sempre è aperto la sera). Se ci andate di giorno, la vista spazia su tutta l’Elba, fino a Portoferraio e all’Enfola. Vi sono alcuni locali, ma più turistici di quelli sul porto.



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