Porto Azzurro |
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42° 45'.68 N - 10° 23'.88 E |
Capit. 0565.951095 |
Porto Azzurro è uno dei posti più belli dell'Elba, un'isola che comunque quanto a bellurie marine non scherza. Questa sua straordinaria bellezza lo rende anche molto frequentato d'estate, talvolta troppo. Cercherete quindi di venirci all'inizio o alla fine dell'estate, evitando l'agosto, e rimarrà nei vostri migliori ricordi.
La bellezza del luogo si intuisce dalla carta nautica: un golfo profondo, che si incunea all'interno dell'isola, con coste frastagliate che delineano ulteriori rade e baiette. Dal vero è veramente incantevole, specialmente arrivandoci con rotta circa W dal continente. Avrete di fronte a voi un golfo profondo e apparentemente deserto, con a destra un forte possente, a sinistra un altro meno imponente, sovrastato da un faro (Capo Focardo). Le colline che lo circondano incappucciate di nubi sono anche qui segno sicuro di scirocco in aumento, che richiede attenzione in quanto, al di là di quel che può sembrare dalle carte, il golfo di Porto Azzurro risulta pochissimo riparato contro venti forti: lo scirocco vi crea subito fastidiosa risacca, ma anche i venti dei rimanenti quadranti, in particolare maestrale ponente e libeccio, se forti (intendo dai 30 nodi in su) scavalcano allegramente le colline e vi piombano addosso rinforzati da effetti di raffica a caduta.
L'effetto delle colline sui venti, combinato con la presenza del Canale di Piombino poche mg più a N, crea spesso davanti a Porto Azzurro effetti bizzarri e imprevedibili: state arrivando dal continente, magari con vento moderato di S o di NW: quattro o cinque miglia ad E dell'entrata nel golfo, buchi di vento improvvisi vi piantano in asso, vedete le barche correre sbandate sotto costa, e voi siete lì immobili... Ma non solo. Come abbiamo già accennato, i quadranti occidentali nel canale di Piombino tendono ad unificarsi in un NW, in vento diretto cioè lungo l'asse del canale. Una volta superato il punto più stretto (Cavo/Palmaiola/Cerboli) il vento ha un effetto Venturi, tende cioè a divaricare i filetti fluidi. Quelli provenienti da Palmaiola (sottocosta all'Elba) si dirigono verso Porto Azzurro simulando una tramontana, quelli che sono passati da Cerboli si dirigono verso Scarlino e Punta Ala simulando un ponente. Se il vento reale ad W dell'Elba è di libeccio (cosa frequente in primavera, anche con burraschette come ben sanno i livornesi), esso si presenta, sulla costa che guarda il continente, come tramontana a N di Porto Azzurro, e come S fra Porto Azzurro e punta Calamita. Per chi si trova nel mezzo, come è giusto, niente...
Un'altra particolarità di Porto Azzurro (ma non solo sua, come vedremo) è l'intensità che vi raggiunge, anche nelle più belle nottate estive, la brezza di terra, che può raggiungere i 25 nodi: una roba da tener sveglio lo skipper la notte, a guardar la catena orizzontale e a domandarsi cosa fare in caso di cambiamento improvviso del tempo, invece non succede niente. Quindi chi passa la notte in rada dia fondo con cura, in modo da avere delle certezze su quel che potrà fare l'ancora, e tenendo presente un generoso brandeggio. Ciò è tanto più vero nella parte più interna della rada, ad E dell'imboccatura del porto, dove il fondo modesto (pochi metri) e abbastanza infido (fango da duro a molle a seconda dei punti) vi indurrà a dare parecchia catena che causerà di notte brandeggi imprevedibili.
Le cose da dire su Porto Azzurro sono parecchie, simuleremo pertanto un arrivo da
Rio Marina, cioè da N, come in una circumnavigazione dell'isola in senso orario.
Lasciato il seno di Ortano, proseguirete con rotta S anche a distanza molto ravvicinata alla costa, non vi sono infatti pericoli insidiosi. Il Portolano dell'Istituto Idrografico nondimeno cita, fra Ortano e Porto Azzurro, una secca rocciosa che sarebbe stata segnalata da diportisti a circa mezzo mg dalla costa (ne danno le coordinate): confesso di non averla mai vista. È vero che tengo sempre spento il GPS...
L'interesse del paesaggio è modesto: rive molto verdi e boscose, ma monotone, costa alta. Poco a S di Ortano si intuisce un notevole insediamento alberghiero, organizzato per ville sparse nel bosco, a parte questo ci sono solo poche case isolate. Dopo capo Bianco inizierete ad accostare verso W, mentre si aprirà ai vostri occhi la bellezza della riva S del golfo di Porto Azzurro, con il bellissimo forte di capo Focardo.
Tenendovi sempre ragionevolmente sotto costa (quanto, dipenderà dal temperamento dello skipper, ma generalmente a cinquanta m dalla riva si è più che sicuri, attenzione solo alle numerose comitive di sub) raggiungerete, subito a N dell'ingresso nella rada principale di Porto Azzurro, una cala detta Cala Barbarossa, aperta a SE ma ben ridossata nelle altre direzioni. Le sue rive sono più rocciose e selvagge sul lato N (dove sotto rocce spaccate si apre una microcaletta senza nome, un buchino buono per una sola piccola barca, ma delizioso), verdi di macchia e di agavi sul lato S, sulla sommità del quale è l'antico forte di Porto Azzurro, ancor oggi penitenziario di lunga pena. Quanto sopra garantisce un posto tranquillissimo, in particolare con W o NW dal quale sarete molto ben ridossati se andrete a dar fondo abbastanza all'interno. Il fondo è di alghe, con poche rocce, ma non mancano ottimi tratti di sabbia, la pendenza è regolare (ma il lato S è molto ripido). In generale, con occhi aperti, non vi sono difficoltà per trovare un buon ancoraggio e, anche in piena stagione, vi è più calma che a Porto Azzurro. Non ne sarete distanti, anzi chi ha un gommetto serio con un motorino non proprio minimale può andare benissimo in paese da qui, in tutto c'è un mg o poco più.
Chi vuole proprio vivere, e non sa rinunciare alla movida estiva, oppure ha a bordo qualche bella signora che vuol sbarcare ben vestita, converrà che si attrezzi per andare in porto. L'ingresso con tempo ragionevole non presenta alcuna difficoltà né di giorno né di notte: uscendo da Barbarossa seguirete la costa fino a vedere a dritta la diga foranea col verde, all'interno della quale è molto spesso ormeggiato il traghetto della Toremar (attenzione se è in manovra, fatevi in là senza esitazione perché non guarda in faccia nessuno), ed entrerete nel porto scoprendo finalmente il paese (che dal largo non si vede minimamente). L'abitato è un presepio, sempre illuminato a festa d'estate, ma voi avrete occhi solo per gli ormeggi. Vi sono due possibilità: la prima è la banchina commerciale (angolo N del porto), sviluppo disponibile per gli yachts circa 100 m, quindi generalmente d'estate sarete in doppia tripla fila, dovrete dar fondo (casini di ancore garantiti) ormeggiando di poppa; il tratto più a levante è riservato alla polizia penitenziaria (inflessibile), ai pescatori (ruvidi), al benzinaio (isolano). Un buon ripiego di portata universale, generalmente qui tollerato, è arrivando tardi quello di ormeggiarsi davanti al benzinaio, ancora a prua e cime a poppa (o talvolta all'inglese in più file, dipende dall'estro del primo che arriva), pronti però a togliersi di torno alle 7 del mattino.
Tutto questo è naturalmente gratuito, secondo l'equazione in fondo onesta costo zero servizio zero. L'alternativa a prezzo di mercato è data dai pontili galleggianti gestiti da una società privata, che ingombrano la parte centrale del porto. I posti sono parecchi, ma in agosto è difficilissimo trovarne liberi, unica chance chiamare per telefono cercando di prenotare (se troverete, come talvolta capita, una segretaria malleabile, può funzionare; al vhf rispondono se sono di buon umore). Il costo è ragionevole, e secondo me vale comunque la pena perché:
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