Da Cefalù a Palermo

Gianni Ferrara e Rosario Roberto Tornatore - 2004

CEFALÙ
Non potrete sbagliare, arrivando dal mare: una rocca alta, e una facciata di cattedrale normanna corredata da due campanili quadrangolari vi attendono. A sinistra della rocca c’è il porto turistico (Presidiana) mentre il Porto vecchio, nel pieno centro della graziosa cittadina (uno scorcio veramente suggestivo, anche ammirato dal lungomare) è meno accessibile per chi ha un bulbo sotto la barca. Possibile comunque l’ancoraggio se le condizioni meteomarine lo permettono.
Tornando al porto turistico (il cui pontile di ferro è stato demolito) entrando bisogna stare un po’ lontani dal lato sinistro, c’è una spiaggetta sabbiosa ove sfocia in mare una sorgente di acqua gelida, quindi vi è gradualmente sempre meno fondo, e grossi scogli affioranti.
Entrando, è proprio a sinistra del molo (lato sud) che dovrete poi andare per cercare un ormeggio, in quanto la zona a entrando destra (a nord) è riservata ai pescherecci.
Potrete contattare il marinaio del Centro Velico Cefalù, sempre presente o, in alternativa, chiedere a qualche pescatore, in genere sono tutti molto gentili.
C’è il distributore per imbarcazioni. Scarpinando un po’ (in estate c’è un servizio navetta ogni mezz’ora) si può andare in centro. Da visitare la Cattedrale, iniziata da re Ruggero nel 1131 ed incompiuta, con stupendi mosaici dorati tipici di quell’epoca (un Cristo Pantocratore nella parte di cupola sopra l’abside), simili a quelli che si trovano a Monreale. Per chi ha tempo e voglia, la Pinacoteca offre reperti di origine sicana, greca, romana.
In paese si può fare la spesa e mangiare di tutto in varie trattorie, pizzerie e ristoranti di vaie qualità.
Ne consiglio uno (La Brace, tel. 091.423570) in una stradina interna al centro antico, dove la sera, anche in inverno, si possono fare delle cenette romantiche al lume di candela, per cui se siete in viaggio con la morosa, con la moglie, o con l’amante è il posto intimo che cercavate…
Esiste stazione ferroviaria a circa 2 Km dal porto turistico.

TERMINI IMERESE
Una rupe alta oltre 100 metri, su rocce calcaree bianche, vi guiderà da lontano. Porto commerciale ampio, con acque profonde e ben riparato.
Se provenite da Eolie o Messina, e se vi siete avvicinati troppo alla costa, circa 3 miglia prima, state attenti al lungo pontile utilizzato dalle navi per il rifornimento di combustibile alla immensa centrale Enel di Fiumetorto (è nella zona dello stabilimento Fiat, tutto comunque ben illuminato e segnalato, ma in questi tempi di black out nazionali è bene comunque saperlo…).
A Termini Imprese, appena dietro il porto, superati i giardini pubblici qui detti “La Marina”, oltrepassando i sottopassi della ferrovia trovate tutto; la spesa, dove mangiare, ecc. in quanto Termini è una cittadina con ambizioni di città. Se volete ammirare l’intero Golfo (e ne vale la pena), consiglio la scarpinata lungo la storica scalinata di via Roma, detta in dialetto “l’acchianata du Tribunali” fino alla parte alta (ehm… come a Bergamo, anche qui abbiamo Termini Bassa e Termini Alta). Un belvedere storico, curatissimo, con ombrosi alberi e palme, e tante gelaterie saranno a vostra disposizione: seduti davanti alla ringhiera, all’ombra fresca di grandi alberi, accarezzati dalla brezza fresca del mare, delizierete il palato e lo sguardo. I giardini più in fondo, detti Villa Palmeri, vi regaleranno la stupenda vista del golfo anche lato ovest. Consigliata, la mattina (ma questo valga per tutta la Sicilia) la tipica colazione sicula, con granita di limone e morbide brioches.
Importante stazione ferroviaria a due passi dal porto, vi fermano tutti i treni.

S.NICOLA L’ARENA
Davanti al minuscolo paesello di case allineate sulla Nazionale si vede un Castello (oggi ristorante pizzeria e discoteca) che si protende sul mare.
All’interno del porticciolo si trovano diversi pontili gestiti da privati, con tutti i servizi utili. Fino a tempi recenti, mi risulta privo di adeguate segnalazioni notturne. Può essere un utile riparo preferibilmente diurno, o un punto di appoggio per l’esplorazione calma delle coste articolate ed alte dei dintorni e delle rare calette che si sono salvate dalle colate di cemento abusivo.
Proprio li accanto vi è, sul promontorio, una antica torre di avvistamento, detta “Torre Normanna” facente parte del sistema di difesa e segnalazione di quei secoli antichi e ricchi di eventi. Oggi è orrendamente ed abusivamente “ristrutturata” (nonostante la Soprintendenza e le leggi a difesa del patrimonio storico e culturale) ad usi turistici privati, credo a favore di un orribile ed omonimo complesso alberghiero, fortunatamente nascosto più addentro sulla collina, fra li uliveti e le rocce.

PORTICELLO – S.FLAVIA
Accanto a Capo Zafferano, dalla caratteristica forma a pan di zucchero, proprio ad Est del Capo c’è la baia di S.Elia ed il porticciolo di Porticello.
Porto banchinato, affollato da pescherecci medi e piccoli. Possibile il transito lungo il molo di sottoflutto (quello a sud).
Arrivando, è importante individuare in anticipo sulla carta nautica lo Scoglio della Formica, controllare bene il proprio punto nave e la rotta che si vuole fare. È insidiosissimo perché sempre “a pelo d’acqua” o alto appena pochi centimetri, ma è lontano circa un miglio a NE dell’entrata del porticciolo. Non segnalato da nulla (mede, luci ecc.) durante le più alte maree è talvolta sommerso di soli pochi centimetri. Praticamente invisibile durante le bonacce o con mare poco mosso, si fa un po’ notare con spruzzi e schiume particolari, sempre fissi nello stesso punto, appena c’è mare mosso o molto mosso e oltre.
In compenso, lo scoglio è un ottimo posto per le immersioni (se volete una guida pratica, rivolgersi al diving center ospitato presso l’Hotel Zagarella), in quanto è una montagna sottomarina con diversi spuntoni di roccia, alcuni reperti di coccio probabile residuo di naufragi, tante gorgonie rosse e una fauna e flora marina interessanti. Il gruppo di cocuzzoli sommersi degrada rapidamente fin oltre i 50 metri di profondità. Attenzione: la Formica è riserva marina, e se vi beccano con un souvenir (pianta o animale) vi arrestano ipso facto.
La leggenda locale, suffragata dai racconti degli anziani, vuole che laggiù, proprio accanto alla Formica, ci sia un aereo da caccia irlandese, pilotato da un ufficiale donna, colpito durante la seconda guerra mondiale. A parte alcuni frammenti di una probabile coda d’aereo impigliati nelle reti di pescatori negli anni ‘60, mai nulla è più stato ritrovato.
Da Porticello è possibile partire per una escursione verso l’antichissima città punica di Solunto, “…città a scale, su un golfo a mezzaluna…” di cui pare che perfino Kublai Khan abbia chiesto notizie a Marco Polo.
Con Mozia e pochi altri siti, la suggestione per questi sassi punici, (con l’agorà, un pezzetto di tempio, i mosaici… ecc.ecc.) è grande, ed il panorama da lassù è davvero stupendo.
Esiste la stazione ferroviaria di S.Flavia a circa 1.5 Km.
Se lo vorrete potrete visitare anche la vicina Bagheria, città del pittore Renato Guttuso e del regista premio Oscar Peppuccio Tornatore (“nuovo Cinema Paradiso”, “L’uomo delle stelle”).
Di notevole interesse le ville settecentesche della nobiltà palermitana e la pinacoteca di villa Valguarnera con numerosi quadri del Pittore bagherese.
Da Porticello, nel 1984, salparono, alla volta del mondo, i coniugi Albeggiani con il loro “Lisca Bianca II” (Carol Ketch di 36’). Celebrarono il loro sogno con un gustosissimo libro “Le isole lontane – trentamila miglia intorno al mondo”. La barca, su progetto di John Hanna, fu costruita da maestranze locali ed è attualmente visibile al Circolo Canottieri Palermo (l’ing. Albeggiani è purtroppo deceduto a Las Palmas nel corso del suo 2° giro del mondo).

PALERMO
Con migliaia di anni di storia alle spalle, Palermo è senza ombra di dubbio una delle capitali della cultura occidentale. Colonizzata dai Fenici, conquistata dai Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Spagnoli, Austriaci e …Piemontesi i quali hanno tutti lasciato traccia del proprio passaggio nel DNA dei Siciliani oltre che nell’architettura, nei mestieri, nella lingua, nell’arte e, in definitiva, nella cultura (nell’accezione più ampia del termine).
Le mille contraddizioni della Sicilia e di Palermo hanno in questa circostanza il loro fondamento. Chi viene a Palermo per una fugace visita può gustare luoghi e sensazioni già vicino al posto di approdo. Infatti il centro storico si è sviluppato, nel corso dei secoli, intorno all’area portuale e l’ha quasi fagocitata. Pertanto con una passeggiata lungo il corso Vittorio Emanuele (il vecchio “cassaro” arabo) potrete già farvi un’idea passando da Piazza Garibaldi, via Alloro e via via fino alla cattedrale arabo normanna che ospita la tomba di Federico II “Stupor mundi” e di altri reali di stirpe sveva (a cui i turisti tedeschi di passaggio non fanno mai mancare i fiori).
Consigliamo poi di proseguire per Monreale (sempre lungo lo stesso asse viario ma a diversi Km di distanza, raggiungibile con mezzi pubblici) per ammirarne il duomo ed il chiostro, indi dare una occhiata di compassione a quel che resta della famosa “conca d’oro”, piana un tempo rigogliosa e verde, divenuta oramai un agglomerato di villette. Se vorrete potrete poi ridiscendere verso la città e fare una capatina a Mondello, la spiaggia dei palermitani che, vista dall’alto del Monte Pellegrino, non ha nulla da invidiare alle spiagge di certi paesi tropicali: mare smeraldo e sabbia bianca finissima. Vi si mangia pesce e frutti di mare e si gustano ottimi gelati.
Chi invece volesse unire la cultura al diporto non deve fare altro che contattare l’URP del Comune di Palermo e farsi indicare il recapito di una delle tante coop giovanili che effettuano tour culturali.
Le notti d’estate palermitane (per tradizione, che ci crediate o no, Palermo di notte è una delle città più sicure d’Italia) sono animatissime e variegate. Negli ultimi anni, anche grazie all’opera di risanamento socio culturale effettuata, il cuore storico di Palermo si è animato di una miriade di locali i quali offrono temi diversissimi, dalla danza del ventre al tango argentino al flamenco etc.
Un capitolo a parte merita la gastronomia. Venire a Palermo significa anche assaggiare pietanze uniche, dal gusto irripetibile in altro luogo. Il pane “ca meusa” (da gustare a San Francesco, proprio alle spalle di c.so V.E., a due passi dalla Cala), il “pane e panelle” (fatte con farina di ceci, hanno il sapore della farinata ligure, ma più sottili, più fritte, più bionde, più calde in mezzo al pane caldo…), gli arancini di riso, la “quarume”, le “stigghiole”, la “pietrafendola”, i dolci come la cassata o i cannoli (sconsigliabili in estate), la pasta con le sarde, il ficodindia, emblematico di questa terra: spinoso fuori, colorato e dolcissimo dentro.
Se dal molo sud fate una passeggiata a piedi sul largo marciapiede affiancato agli antichi bastioni affacciati sul mare, consigliamo un gelato alla “Antica Gelateria Ilardo”. Funziona dal XVIII secolo, la qualità dei gelati di produzione propria è ottima.
Potremmo riempire pagine e pagine, ma queste righe hanno un altro scopo…
Ormeggi. La situazione non è delle migliori, tuttavia anche qui l’offerta è abbastanza diversificata.
Se deciderete di atterrare in zona Porto vi consigliamo il molo sud (per ormeggi temporanei contattare il sig. Mario della Nyxe Yacting tel. 091-6118220 ) o, proprio all’imboccatura della Cala, accanto l’ormeggio della Capitaneria, il “Salpancore” (tel. 091-6090740), quest’ultimo, specialmente, è anche in grado di fornire assistenza tecnica di ottimo livello per quasi tutti gli inconvenienti di bordo.
Un poco più a nord del porto, superando la darsena dei cantieri navali vi è l’imboccatura del porticciolo dell’Acquasanta (l’ingresso dal largo è a circa 20° sinistra di un grosso grattacielo in cemento). Siete al Marina di Villa Igea (un Grand Hotel), ormeggio con servizi e prezzi di alto livello. Un'altra possibilità di ormeggio è costituita dal porticciolo della “Motomar” che si trova a metà strada fra capo Gallo e punta Mondello. A capo Gallo, chi ama fare immersioni troverà fondali degni di essere visitati, un tempo si poteva arrivare con le barchette fino dentro la “Grotta dell’olio”; da poco tempo la zona è riserva marina e dunque bisogna prestare attenzione alle limitazioni di ormeggio (in verità ancora un poco confuse), inoltre capo Gallo è un noto cimitero di ancore a causa dei fondali “carsici”, quindi occhio!