Dugi Otok (Isola Grossa) e dintorni

Giorgio Balich - 2003

Superata l'isola di Molat, proseguendo verso S, la costa Dalmata è caratterizzata da una serie di bracci di mare paralleli alla terraferma, di ampiezza limitata, simili, nell'aspetto, ai grandi laghi Prealpini, isolati come sono dal mare aperto. Di tipo lacustre sono anche le condizioni meteo-marine che solitamente vi si incontrano, con venti prevalenti che si incanalano da N-NW o da SE e onde corte, ravvicinate, di dimensioni contenute dal breve tratto di mare libero disponibile e comunque evitabili per la vasta disponibilità di rotte alternative e ridossi riparati per cui la navigazione, in questa zona, è solitamente facile, sicura e fonte di grande soddisfazione velica.
La prima di queste isole-barriera che si incontra, venendo da N è Isola Grossa (Dugi Otok) che è anche la più esterna e per le sue dimensioni, la più rappresentativa. Lunga oltre 24 nm, si tratta in pratica dello stretto crinale di una catena montuosa che và dall'isola di Premuda a N fino a S dell'arcipelago delle Incoronate (Kornati). La costa occidentale, rivolta al mare aperto, non ha nulla di interessante da vedere, se si esclude, all'estremo N, la secca, con un relitto di nave affondata (44°10'30''N - 14°48'59''E), dell'isolotto di Lagnici, davanti al faro di Veli Rat e le falesie rocciose (43°53'34''N - 15°09'58''E), a picco sul mare, nei pressi del lago Pace (Mir) all'estremo S (entrambe visibili con modeste deviazioni dalla rotta che segue la sponda orientale). Pertanto non vale la pena di transitare all'esterno di Isola Grossa, a meno che non si abbia fretta di raggiungere il Sud, o ci siano condizioni di vento favorevole, come un bel maestrale che invogli una spinnakerata in mare aperto, tenendo a mente che non vi è alcun ridosso fruibile per un buon tratto di costa.
Il versante settentrionale dell'Isola Grossa, antistante Molat, dove si apre il passaggio di SETTEBOCCHE, è caratterizzato da tre grandi insenature comunicanti, sinuose, che si addentrano profondamente all'interno dell'isola, molto ben riparate e ricche di baie adatte a una sosta all'ancora prolungata. La prima, Soliscica, con in fondo l'abitato di Soline (44°08'54''N - 14°52'72''E), dove c'è un piccolo molo sulla cui testata è possibile ormeggiare e la rada di LUCICA, dove c'è un relitto affondato.
Porto Pantera, sulla dx entrando, facendo attenzione alle secche presenti, per cui occorre passare a sud della boa verde, luminosa. Nella parte settentrionale della baia vi sono numerosi gavitelli per la sosta, davanti a una spiaggia di sassi, così come davanti al paese di Veli Rat, dal quale si raggiunge, attraverso uno stretto canale delimitato da briccole, che costeggia l'abitato, la baia di Porto Cuna (44°08'37''N - 14°51'44''E), una sorta di laghetto circolare, come un utero raccolto, poco profondo (all'incirca 2,5-3 m) dove sono presenti anche alcune boe, a pagamento. Sulla sponda del canale opposta a Veli Rat, l'abitato di Verunic dove ci sono 2 ristoranti, konoba “DM” fornita di un piccolo pontile profondo 2 metri con acqua e corrente, a disposizione degli ospiti, e ristorante “Verona” il cui molo ha un fondale limitato.
Per tornare alla rotta che costeggia la sponda orientale di Dugi Otok, bisogna attraversare il passaggio di Maknare (44°11'63''N - 14°51'44''E), tra Molat e l'isolotto di Golac.
Da evitare, per i bassi fondali, il passaggio tra Golac e l'isolotto di Brscac e fra questo e la costa di Dugi Otok.
A questo punto, per proseguire verso S si possono scegliere varie rotte alternative lungo il canale fra Dugi Otok e l'isola di Zverinac, fra questa e l'isola di Tun Veli, fra Tun Veli e l'isola di Sestrunj, fra Sestrunj e l’isola di Rivanj e, infine fra Rivanj e l'isola di Ugliano- Ugljan.
Percorrendo il braccio di mare tra Dugi Otok e Zverinac, il più diretto se si proviene da NW, passato lo stretto di Maknare, dopo circa 3 nm, sulla sx si arriva al paese di Zverinac, sull'isola omonima.
ZVERINAC - 44°09'77''N - 14°54'37''E. Poco prima del promontorio, che protegge il porticciolo verso N, c'è una baia dove si può ancorare. Il paese ha una grande banchina di cemento, utilizzabile su ambo i lati,costeggia la sponda orientale di Dugi Otok, bisogna attraversare il passaggio di Settebocche-Maknare-44°11'63''N14°51'44''E-, tra Molat e l'isolotto di Golac. Da evitare, per i bassi fondali, il passaggio tra Golac e l'isolotto di Brscac e fra questo e la costa di Dugi Otok. A questo punto, per proseguire verso S si possono scegliere varie rotte alternative lungo il canale fra Dugi Otok e l'isola di Zverinac, fra questa e l'isola di Tun Veli, fra Tun Veli e l'isola di Sestrunj, fra Sestrunj e l'isola di Rivanj e, infine fra Rivanj e l'isola di Ugliano- Ugljan. Percorrendo il braccio di mare tra Dugi Otok e Zverinac, il più diretto se si proviene da NW, passato lo stretto di Maknare, dopo circa 3 miglia, sulla sinistra si arriva al paese di Zverinac, sull'isola omonima. ZVERINAC -44°09'77''N - 14°54'37''E- Poco prima del promontorio, che protegge il porticciolo verso N, c'è una baia dove si può ancorare. Il paese ha una grande banchina di cemento, utilizzabile su ambo i lati, all'esterno attracca il battello di linea, pertanto è fruibile solo per una breve sosta, mentre sul lato interno ci sono 2-3 posti barca, all'inglese, disponibili a pagamento, forniti di energia elettrica (92 kune per notte nel 2003).
In fondo al pontile c’è il ristorante “Bife Zverinac”,con una pergola sotto cui mangiare all’aperto. Vi è anche un vecchio molo, più interno, dotato di corpi morti, al quale ormeggiare di prua per il fondale scarso.
Sulla sponda opposta, nell'isola Grossa (Dugi Otok), ci sono alcune baie dove sostare, tra le quali quella di Zagrascina, dove c'è una galleria-bunker in disuso, visitabile, usata un tempo come ricovero dalle unità della Marina Jugoslava.
BOZAVA - 44°08'39''N - 14°54'54''E. Questo bel paesino, abbarbicato su un colle sopra una piccola baia, l'anno scorso ha rischiato di trasformarsi in una piccola Las Vegas. Un gruppo di imprenditori romagnoli intendeva rilevare l'Hotel del paese, un grosso edificio stile "socialismo reale" un po' trasandato, per ristrutturarlo, ingrandirlo e farne un Casinò collegato con un servizio di aliscafi veloci, idrovolanti, elicotteri o quant'altro, alle spiagge della Romagna. Fortunatamente il progetto si è arenato, potendo immaginare quali danni ambientali avrebbe potuto causare, a queste isole ancora incontaminate, lo sbarco di orde di turisti-giocatori mordi e fuggi. Per il momento è rimasto il vecchio porto di pescatori, con alcuni posti-barca in banchina dotati di corpi morti, forniti di energia elettrica e acqua, un piccolo negozio di alimentari con attiguo un ristorante, “Konoba Veli Kamik” (tel. 023 377 614) e una magnifica passeggiata panoramica lungo la strada che conduce verso N inerpicandosi sulla montagna fino a un valico di dove si gode una splendida vista delle baie di Veli Rat. Un’altra bella passeggiata prosegue dalla fine del molo seguendo la costa del promontorio per condurre a una serie di anse sul mare ideali per un bagno nell’acqa turchina. In paese vi sono alcuni altri locali, la posta, un posto doganale, stagionale, di frontiera, per espletare le pratiche d’ingresso in Croazia, e il pontile d’ormeggio, davanti all’albergo, della linea di aliscafi tra Ancona e Zara.
Isola di Sestrunj - Isola dalla costa scoscesa e ricoperta di macchia mediterranea, il porto (4°08'31''N - 15°00'51''E), situato in fondo alla profonda insenatura di Kablin, nella parte sud occidentale dell'isola, ha una piccola diga foranea, all'esterno della quale si trova il molo del battello di linea e lo scivolo del ferry boat, mentre si può ormeggiare all'interno della diga (3 metri) o in testa al primo piccolo molo (2 metri). Qui si può lasciare la barca per inerpicarsi lungo i 2 chilometri della strada che porta al paese, semi abbandonato, posto in cima all'isola. Non ci sono ristoranti sul porto, solo una piccola konoba, in alto, in paese, sulla stradina che, prima del monumento ai caduti, dalla via principale porta alla chiesa, dove preparano piatti su ordinazione.
Isola di Rivanj - 44°09'25''N - 15°01'78''E. Il porto è costituito da una grande banchina di cemento, poco protetta dalla risacca, decisamente sproporzionata rispetto al paese, 4 case, abitate da alcuni anziani singolarmente timidi e scontrosi, (quando ti vedono passare si ritirano in casa senza rivolgerti la parola). Gradevole la passeggiata fino alla chiesetta in cima all'isola con il piccolo campanile e la campana che si suona tirando una corda dal sagrato (non fatelo che vi guardano ancora peggio).
BRBINJ - Questo paese, sull'Isola Grossa (Dugi Otok), ha due approdi, uno settentrionale Lucina (44°04'82''N - 14°59'94''E), in una grande baia protetta dall'isolotto di Utra, dove ci sono gli approdi dei Ferry-boat e delle navi di linea ma anche alcuni posti per le piccole imbarcazioni di passaggio, e uno più a sud, raccolto e caratteristico, Dugi (44°04'53''N - 15°00'08''E), in un piccolo fiordo delimitato dal promontorio di Koromasnjac, dove c'è una piccola banchina alla quale ormeggiare all'inglese (non troppo in fondo per problemi di fondale). In rada ci sono alcune boe a pagamento, collegate a terra con un corpo morto. Prendere la cima della boa e dare volta a prua, poi utilizzare la stessa cima per dar volta a poppa, tesando.
In fondo al molo, in cima a un piccolo dosso, si trova il ristorante "Antonio" il cui proprietario ha una mano eccellente per cucinare il pesce, branzini, dentici, saraghi, alla brace di legna.
Isola di Ezo (IZ) - Si tratta di una grande isola, quasi interamente ricoperta di macchia mediterranea, disabitata e deserta nella sua parte occidentale, mentre la sponda orientale ospita i due paesi di Iz, Veli e Mali e alcuni abitati più piccoli.
Iz Mali - 44°01’80’’N - 15°08’35’’ - Piccolo paese, dominato dalla chiesa, in cima alla collina, vi è un piccolo porto, con una diga esterna al quale possono ormeggiare, all’Inglese, con sufficiente fondale, un paio di barche, e un piccolo grill.
Iz Veli - 44°03’08’’N - 15°06’59’’E - Il porto è situato in un’insenatura profonda e protetta, si può ormeggiare alla banchina del marina (tel. 023 277 006) sul lato sx del porto, entrando, o in fondo, sulla banchina antistante la chiesa, dove ci sono alcuni corpi morti forniti di corrente, mentre il molo davanti al bar, sul lato dx è riservato ai battelli di linea. Il paese è grazioso e tuttora abbastanza popolato stabilmente, ci sono alcuni negozi, il panificio, la posta col cambiavalute e alcuni ristoranti, fra questi il ristorante “Mandrac” (tel. 023 277 115), vicino alla chiesa, dove preparano un’ottima scorpena alla brace, e, in una viuzza in salita nei pressi, il ristorante “Kod Rajka” (tel. 023 277013), eccellente per i crostacei alla buzara e il pesce alla griglia.
Isola di Rava - Quest'isola, incuneata a dividere in due il già piccolo braccio di mare che separa l'isola Grossa dall'isola di Ezo (Iz) ha diverse insenature delle quali le più riparate sono sulla sponda occidentale e ospitano i paesini di Mali e Veli Rava.
Mali Rava (Lokvino) - 44°02'54''N - 15°03'11''E. Nel porticciolo si trova il molo del battello di linea, al quale ormeggiare per brevi soste nelle ore in cui non è utilizzato, un piccolo pontile più interno dove accostare con attenzione al fondale scarso e alcune boe di un ristorante che non conosco avendolo trovato sempre chiuso. Ho mangiato delle ottime orate ai ferri, preparate dal padrone della casa privata che si affaccia sulla baia opposta al porto (200 m a piedi lungo il piccolo sentiero che attraversa l'isola) che, in una occasione, si improvvisò ristoratore.
Veli Rava (Marinica) - 44°01'53''N - 15°03'31''E - Oltre al molo di linea, utilizzabile quando non vi attracca il battello, c'è la banchina del porticciol o che offre 3-4 posti barca dove ormeggiare all'inglese. Molto bella la passeggiata che si inerpica lungo il sentiero che porta in cima all'isola. Recentemente è stato aperto un ristorante "Konoba Keko", che non ho ancora visitato.
Triluke (Zaglav) 43°56'98''N - 15°08'60''E. Porto principale dell'isola Grossa – Dugi Otok, vi attracca il Ferry-boat proveniente da Zara e vi si trova l'unico distributore di carburante della zona. C'è una banchina, a N del benzinaio, con alcuni ormeggi, un piccolo ristorante “Konoba Roko” sul porticciolo, un altro, ristorante “Flipper” vicino al negozietto di alimentari, 100 m lungo la strada che esce dal paese e alcune case di pescatori dove poter acquistare del pesce fresco.
Sali - 43°56'27''N - 15°10'10''E. È il paese più grande dell'isola Grossa. Entrando in porto, sulla dx, c'è l'approdo dell'aliscafo di linea, la banchina della dogana e della capitaneria e una serie di posti barca dotati di corpi morti, acqua e corrente, ai quali ormeggiare, a pagamento.
Sulla sponda sinistra, occidentale, del porto è stata recentemente costruita una lunga banchina, con corpi morti, acqua e corrente, per un centinaio di posti barca. Dietro la banchina, 2 ristoranti, konoba “Tamaris” e konoba “Toni” con una terrazza sopraelevata.
Proseguendo verso S, superato il passaggio di Katina (vedi Kornati), si accede alla Telascica, un grande e profondo fiordo, che si insinua per quasi 5 nm nell'isola Grossa, recentemente trasformato in parco nazionale per cui si paga, in estate, un biglietto d'ingresso (riscosso dai gommoni del parco). Vi sono numerose boe a pagamento, situate, in gruppi, nelle anse più riparate dell'insenatura mentre si può gettare l'ancora in fondo al fiordo, nel basso fondale dai 2 ai 10 m che circonda gli isolotti Skoli - 43°55'52''N - 15°08'22''E, dove si trova anche un piccolo ristorante e l'inizio di una stradina che attraversa l'isola e, dopo 5-6 Km raggiunge il paese di Sali.
Tripuljac - 43°53'60''N - 15°08'60''E. È l'approdo più conosciuto e frequentato della Telascica in quanto consente di raggiungere il lago Pace (Mir), un lago salato che dista 200-300 m cui si accede attraverso un viottolo, e le Falesie, una scogliera a dirupo sul mare cobalto che offre un panorama maestoso. Oltre alle numerose boe, vi si trova un pontile, non utilizzabile in stagione in quanto riservato ai battelli delle gite e 2 piccoli moli di cemento, sulla costa verso l'imboccatura, un tempo utilizzati per l'ormeggio a terra, mediante bitte, delle navi da guerra, dove si può ormeggiare sia all'inglese che di poppa mettendo l'ancora a prua. In loco c'è un ristorante con annesso campeggio, che sconsiglio in quanto ha una cucina adatta ai campeggiatori tedeschi e ai gitanti dei barconi.
Isola di ZUT - Detta "La gialla" forse per il colore dei fiori di ginestra che, in primavera, la dipingono di macchie sgargianti. Vi sono numerose baie adatte a una sosta all'ancora, badando alle previsioni meteo in quanto qui I "neverini" (temporali improvvisi) sono particolarmente violenti e insidiosi. Sull'isola, nell'insenatura di Podrazanj, si trova il marina ACI (43°53'09''N-15°17'18''E) abbastanza ben inserito nell'ambiente circostante, utile quando si desidera una doccia calda, la corrente elettrica (limitata ad alcune ore di funzionamento del gruppo elettrogeno) o un rifornimento di acqua dolce (in quantità limitata e di scarsa qualità). Nei pressi c'è un ristorantino che non frequento da anni in quanto cerco di evitare il più possibile le soste in marina.
Proseguendo verso SE, superati gli isolotti di Tovarnjac e Gustac, si accede alla insenatura HILJACA (43°52'36''N-15°19'45''E) dove c'è il ristorante "Sabuni" dotato di 3-4 gavitelli a disposizione degli ospiti, ideale per farsi una bella grigliata di pesce appena pescato.
Poco distante, nel piccolo golfo di DRAGISCINA (43°52'12''N-15°19'36''E) c'è il ristorante "Grill Vison" da noi soprannominato "Zamorano", la prima volta che ci arrivammo, nel 1998. Correvano i primi giorni di maggio e la maggior parte dei ristoranti era ancora chiusa pertanto, come sempre accade fuori stagione, ci eravamo arrangiati in barca per quasi tutte le sere precedenti. Quando arrivammo a Dragiscina trovammo il padrone, un croato che aveva trascorso molti anni della sua vita in giro per il mondo sulle navi, la moglie portoghese e il figlio, intenti a terminare il piccolo locale, ricavato da una casupola, in vista dell'inaugurazione. Non avevano nulla di pronto ma si offrirono di prepararci la cena, il padrone tirò fuori dalle reti appena ritirate alcuni "scarpoci", una sorta di scorfani brunicci, tozzi con la bocca rivolta verso l'alto, simili ai pesci pietra, e alcuni piccoli San Piero. Nel frattempo il figlio, con la zappa, raccoglieva le patate novelle e le cipolle nell'orto, l'insalata e le uova nel pollaio mentre la moglie accendeva il fuoco di legna d'olivo e preparava la tavola. Ebbene quella cena: popera di scarpoci (una zuppa di pesce con patate e cipolle molto asciutta), San Piero alla brace e palacinke con lo zabaione sbattuto a mano, alla luce del lume a petrolio, in una serata meravigliosa di primavera, con l'aria mite e le stelle che si riflettevano nel mare come in uno specchio, non la dimenticherò mai. Trasmettevano, in un piccolo televisore a batteria, una partita di calcio dell'Inter e, il rumore di fondo della tv, associato ai commenti in portoghese di madre e figlio, un ragazzo moro ricciolino dall'aspetto latino-ispanico, ci fecero balenare in mente il nomignolo di "Zamorano" che gli è rimasto appiccicato. Da quella prima volta molte cose sono cambiate, è arrivato il gruppo elettrogeno, una veranda più accogliente, un piccolo molo al quale si può attraccare e 3 gavitelli, orgoglio e vanto de padrone (comunque vi ci attacchiate non gli andrà mai bene). Sono anche cambiati i prezzi e la qualità del pesce è peggiorata (non è più solo di produzione propria), però il posto merita ancora una sosta. Un'altra ragione per fermarsi a Dragiscina, oltre al locale, è la passeggiata che si può fare, lungo un sentiero che risale la montagna, fino ai ruderi di una chiesetta di dove si gode una vista impareggiabile dell'arcipelago di Kornati e della costa da Primosten fino alla catena dei monti Velebit.



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