Chi conosce la Dalmazia per aver visitato le isole del Quarnaro o le Kornati rimane senza dubbio sconcertato quando raggiunge le grandi isole a sud di Spalato. Qui il paesaggio, il clima, la vegetazione cambia radicalmente e, alla macchia mediterranea del nord Adriatico caratterizzata da lecci, roveri e olivi si aggiunge una presenza sempre maggiore, man mano ci si spinge a sud, di palme, agrumi e pini d'Aleppo che danno all'ambiente un aspetto simile alle isole dell'Egeo. Mljet in particolare, completamente ricoperta da una fitta foresta di pini assume, per chi si avvicina dal mare, la sembianza di un grosso smeraldo a goccia posato su un tappeto blu cobalto. Provenendo da N il primo approdo che si incontra è il porto di Pomena, nella parte nord-occidentale dell'isola.
POMENA - 42°47'N - 17°23'E. Situato in una grande baia il cui ingresso è ostacolato da alcuni scogli (vedi carta nautica). Entrando, sulla dx c'è una lunga banchina antistante l'Hotel Atlas dove ormeggiano gli aliscafi e i battelli dei gitanti giornalieri per cui non vi sono che uno o due posti per imbarcazioni da diporto (meglio domandare il permesso che farsi mollare le cime).
Sulla sx vi sono un paio di ristoranti provvisti di un piccolo molo e corpi morti. Io mi sono fermato al ristorante "Galjicia" dove, sotto una bella veranda prospicente l'ormeggio ho potuto gustare dondoli (tartufi di mare) crudi e sarago ai ferri a un prezzo più che accettabile. Davanti ai ristoranti vi è l'isoletta Pomestac, che protegge dai venti da N in prossimità della quale è possibile ancorarsi.
Pomena è solitamente frequentata da turisti e diportisti perchè è il punto più comodo per raggiungere lo Jezero - il Lago. In realtà si tratta di una grande baia lunga un paio di miglia, comunicante col mare attraverso uno stretto canale profondo 1,5 m e largo una decina di metri, immersa nella foresta di pini d'Aleppo. Un istmo di terra la strozza nella sua parte terminale dividendo il Malico Jezero (lago piccolo) dal Velico Jezero (grande lago). Nel centro del lago grande c'è un'isoletta, raggiungibile con delle barchette, dove sorge l'antico monastero di Santa Maria, per alcuni anni trasformato in hotel e ora abbandonato. La zona del lago, interdetto alla navigazione, e le colline prospicenti sono Parco Nazionale, in estate si paga un biglietto d'ingresso (se passate per il sentiero principale, ma se passate per il bosco ...) che comprende il biglietto del battello per l'isola. Vi sono attorno al lago numerosi sentieri che si inerpicano sulle colline circostanti, bellissimo quello che porta al Monte Kuc, da dove, nelle giornate limpide, si può spaziare l'orizzonte fino all'isola di Lastovo e di Curzola, e osservare una gran quantità di uccelli e animali fra i quali, spicca la mangusta. Questo piccolo mustelide simile a una faina (io l'ho visto due volte) venne immesso nell'isola per debellare le numerose vipere presenti (che peraltro ci sono ancora, io ne ho incontrate) e si sono sviluppati al punto di rappresentare una minaccia per uccelli selvatici e pollai tanto che si stà pensando di introdurre non so quale animale nemico giurato della mangusta (sembra una favola di Esopo).
Proseguendo lungo la costa settentrionale dell'isola, incontriamo una serie di baie deserte molto belle ma aperte a N e quindi poco adatte a una sosta prolungata o notturna (da quelle parti c'è il detto "Tutti I venti finiscono in bora"). Dopo circa 4 miglia incontriamo l'ingresso della grande baia di Polace.
POLACE (Porto Palazzo) - 42°47'N; 17°23'E. Profonda insenatura lunga più di due miglia costituita da una serie di isolette, separate da stretti canali, che affiancano la costa di Miljet formando quasi un fiordo. Prende il nome dai ruderi di un fortilizio posto in fondo alla baia, di fronte al quale si trova una rada molto riparata profonda al massimo 5-6 m nella quale ci si può ancorare alla ruota o portare a terra un paio di cime da legare agli alberi della sponda opposta al villaggio. Davanti al castello vi sono alcune boe antistanti una banchina alla quale si può ormeggiare in quattro preferibilmente di prua (ci sono solo 2 m sotto il molo).
C'è infine un piccolo molo, di fronte al ristorante "NICOLA PALACIUM" fornito di alcuni corpi morti (attenti a quale tirate sù perchè ad uno è attaccata la nassa delle aragoste) messi dal padrone del locale (che vi cucinerà delle aragoste alla brace fenomenali).
Lungo la strada che costeggia la baia, si incontra un piccolo negozio di alimentari, il forno del pane (che al mattino diffonde un aroma irresistibile per tutta la baia), la casa del pescatore Zoran, un vecchio un pò scorbutico che vi può vendere (se vi trova simpatici) del pesce appena pescato, il ristorante "OJIGIA" che possiede un moletto con alcuni corpi morti e ha la più bella vasca di astici e aragoste della zona (potrete farveli cucinare nel locale o acquistarli vivi per la cucina di bordo - si pagavano circa £ 60.000 al kg nel settembre 2000). Un pò più in là il ristorante "BOURBON" dotato di un molo (con regolamentare vasca per le aragoste) con 3-4 corpi morti e corrente elettrica erogata gratuitamente agli ospiti. Oltre all'ottimo pesce e crostacei al forno o alla brace vi ho gustato dei gnocchi col cinghiale e bracioline del medesimo suino, che abbonda sull'isola, reduce da uno sfortunato incontro con la doppietta del padrone.
La baia nel suo complesso offre una moltitudine di possibilità di sosta, anche prolungata, e costituisce tra l'altro un buon punto di partenza per le escursioni al lago, lontano circa 2 km, sia per la strada carrabile (ci passa un auto ogni 2 ore), che per un sentiero poco segnalato (io l'ho scoperto dopo 2-3 soste) che comincia dietro le rovine del castello e attraversa alcuni ruderi romani.
Proseguendo lungo la costa settentrionale si incontra il porticciolo di
SOBRA - 42°45'N - 17°37'E, scalo principale dell'isola, la baia di PROZURA bella per una sosta diurna ma sempre un pò esposta alla bora e sopratutto troppo vicina a OKUKLJE che, se si potesse fare una classifica dei posti più belli della Dalmazia, occuperebbe certamente uno dei primi posti.
OKUKLJE (Porto Camara) - 42°44'N - 17°41'E. Provenendo dal mare si scorge solo un piccolo passaggio nel verde della pineta, segnalati dai due fanali verde-rosso. Superato l'ingresso si apre un'insenatura circolare totalmente circondata da colline verdeggianti dove anche la bora più violenta non arriva, profonda 3-3,5 m sul lato dx molto meno 1-1,5 m a sx con nel mezzo uno scoglio su cui è issata un asta con bandiera. Sulla sponda dx vi sono tutta una serie di moli ricavati da scogli cementati in qualche modo e dotati di corpi morti. Il traghetto che arrivava sul moletto principale, non arriva più, ora arriva a Sobra, quindi il moletto è disponibile per ormeggio, con corpi morti e... cena al ristorante. No corrente.
Noi abitualmente ormeggiamo (di prua o di poppa, a seconda del posto assegnato e del fondale) presso il Ristorante MARAN, che offre corpo morto e corrente, almeno alla notte.
È preferibile prenotare: tel. 020.746186 Marlis e Rajko, lui croato, lei svizzera, qualche parola d’italiano, tedesco e inglese. Ormai ci conoscono bene.
Prima di Maran, arrivando, esistono altre sistemazioni possibili, sempre con corpo morto e pagamento.
Subito prima del pontile vi è un ristorante gestito da un Tedesco-Croato-Svizzero dal quale io non andrò mai dopo che in una occasione dopo aver rifiutato il suo ormeggio e parlato con un pescatore che vende aragoste dopo aver legato la barca al pontile, ha atteso che ci tuffassimo in acqua per fare il bagno per rovesciare un secchio di teste, interiora e mezzi limoni spremuti a 2 m dalla poppa (e scaletta) della mia barca. Lungo la stradina che costeggia la baia troviamo la casa di un vecchio pescatore Pietro che vende pesce e crostacei, seguita dal ristorante "PORTO CAMARA" con una bella veranda sulla baia, l'unico che non ha ormeggi da offrire, dove oltre a pesci squisiti e aragoste può capitare di assaggiare seppie, pescate dal cameriere accanto a voi che mangiate e buttate immediatamente sulla griglia. Proseguendo per cica 60m lungo il perimetro della baia, c'è la casa di NIKOLA BELIM (lui la chiama ristorante) dove, oltre al pesce, si può assaggiare il formaggio e (prenotando al 746.172) i capretti dell'ovile del vecchio padrone. Poco più avanti c'è il locale di "PAVO E LUBICA BASILA" dove conviene assaggiare la Popera, una specie di zuppa di riboni e scarpene molto densa, con patate. Sopra di questo, ancora un pò più avanti in posizione sopraelevata il ristorante "MAESTRAL" dove ho mangiato dei meravigliosi saraghi. Per digerire tutto questo ben di dio merita fare una passeggiata fino alla chiesetta di San Nicola che domina la baia da un dosso a un centinaio di metri d'altezza, per poi proseguire lungo lo sterrato fino al passo sul crinale dell'isola da dove si gode di una vista che spazia entrambe le coste fino alla penisola di Pelijesac (Sabbioncello) (famosa per il vino che un tempo era fra i più apprezzati nella Serenissima) e, più a nord, ai monti della Bosnia.
Proseguendo verso SE raggiungiamo il margine estremo del versante dell'isola che guarda la penisola di Peljesac e possiamo ritornare verso NW risalendo la costa opposta. Questa è molto rettilinea e uniforme, con pochi anfratti e baie salvo quella di Saplunara, all'estremo SW, con una bella spiaggia ideale per trascorrervi una giornata balneare ma poco adatta a una permanenza notturna in quanto aperta a SW. All'estremità nordoccidentale troviamo invece la baia di Soline dove c'è l'imboccatura del Lago (vietata alla navigazione) e, poco distante, la baia di Lastorska, un'insenatura rotondeggiante, profonda 3-4 m al suo centro ma con una barra di ciotoli e pietre all'imboccatura profonda circa 2 m, bisogna far quindi attenzione nell'entrarvi ed essere lesti ad uscire qualora si annunci vento da W che crea onde tali da rendere difficoltoso il guadagnare il mare aperto.
Nel complesso Mljet è una gran bella isola adatta anche a una vacanza prolungata, ideale per chi vuole associare alla barca qualche passeggiata nel verde o per chi vuole assicurarsi il piacere di una bella veleggiata durante il giorno (il canale fra l'isola e Peljesac ricorda per dimensioni e caratteristiche di vento, termica da NW nel pomeriggio con tempo buono, e mare (onde corte molto ravvicinate) per poi riparare la notte in porti tranquilli, fuori dalla civiltà e con la possibilità di satollarsi a dovere nei numerosi piccoli locali.