VIS – LISSA (Lesina): bastione della Dalmazia

Giorgio Balich - 2002


"DEGHE DENTRO FIOI!" Queste furono, pare, le parole con le quali l'Ammiraglio Teghetoff, dal cognome esotico ma triestino di nascita e di cultura, comandante della flotta Austriaca durante la III°guerra d'indipendenza, incitò i suoi uomini, quasi tutti triestini, veneti e dalmati, nella battaglia che li oppose alla neonata Marina Italiana comandata dall'Ammiraglio Persano. Lo scontro, che come ricorderete fu vinto dagli Austriaci i quali, pur disponendo di navi antiquate, ancora di legno, in confronto alle moderne navi in ferro Italiane riuscirono a metterli in fuga, (per questa ragione l'Ammiraglio Persano fu sottoposto alla corte marziale e espulso dalla Marina con disonore) avvenne nelle acque dell'isola di Lissa e ricordo che allorquando, studente liceale alquanto svogliato ma già appassionato di vela, affrontai l'argomento e guardai sull'atlante dove si trovasse, rimasi subito affascinato da questa piccola isola così remota, quasi messa in disparte dalle consorelle.
Lontana rimase anche più avanti, quando cominciai ad esplorare in barca quei luoghi meravigliosi, compariva provenendo da N, nella giornate terse di Bora, dopo aver superato l'isola di Zirje, un parallelepipedo di calcare, un miraggio azzurrino in mezzo al mare, remota a sud, irraggiungibile in quanto base militare della Marina Jugoslava e dunque interdetta alla navigazione. Ricordo un incontro, in quegli anni, con lo skipper di una barca che si era ormeggiata accanto alla mia nel porto di Starigrad, nell'isola di Kwar, Lesina. Proveniva dall'Italia ed era incappato, durante la traversata, in una burrasca che aveva prodotto dei danni alla barca per cui era riparato nel porto di Vis. Raccontò di essere stato subito intercettato da una motovedetta, condotto ad ancorarsi in mezzo alla rada, e qui tenuto per alcuni giorni agli arresti "domiciliari" in attesa del processo nel quale fu condannato a pagare un'ammenda e severamente ammonito a non riprovarci. In seguito, con l'avvento della Croazia, anche quest'isola venne aperta al turismo e io non attesi molto a farci una visita. Avvicinandosi da N, magari sotto un gagliardo Maestrale, l'isola appare proprio come un grosso baluardo, un "Sanpietrino" sul mare, con coste alte, prive di approdi e dirupi a picco su un mare profondo oltre 50 m a pochi metri della costa.
La prima baia che si incontra è quella di Rogacica - 43°04'62''N - 16°11'02''E. Vi si entra prestando attenzione agli scogli Krava e Volici, a un centinaio di m dalla costa. È un buon approdo quando non soffia vento da E, con un fondale di fango, alghe e conchiglie che risale abbastanza rapidamente dai 20 m del centro della baia e vi è una di quelle gallerie bunker per sommergibili, abbandonata e visitabile. Proseguendo verso E, superata l'isoletta di Host dove c'è un fanale, si entra nella grande baia di Vis.
VIS - 43°03'N - 16°11'E. Il paese è molto antico, vi sono resti di una colonia della Magna Grecia, ruderi romani ai quali si affiancano i segni della dominazione veneziana, il forte edificato da Napoleone Bonaparte e successivamente utilizzato dagli Inglesi che si installarono sull'isola dopo Waterloo, lasciando una forte impronta all'abitato (sembra di percorrere le stradine di Malta o Gibilterra). Entrati nella grande baia, in fondo sulla dx, si scorge il promontorio di Prirovo sul quale sorge la chiesa di un antico convento francescano. Oltre il promontorio c'è una baietta col distributore di carburante e il molo dei battelli di linea, contornato da un rigoglioso palmeto quasi africano.
Proseguendo verso E c'è una banchina, fornita di corpi morti, acqua e corrente, alla quale si può ormeggiare a pagamento. L'ormeggio non è molto protetto, sopratutto dallo Scirocco, pertanto è preferibile prendere sempre 2 corpi morti e, in caso di maltempo, spostarsi all'ancora nella baia a ridosso del promontorio Prirovo.
Nella via lungomare si trova l'ufficio postale, la banca, negozi di alimentari e una pescheria solitamente poco fornita (si trovano solo pesci di pezzatura e varietà scadenti). La passeggiata prosegue lungo il mare per un paio di Km fino a raggiungere l'abitato di Kut, dall'impronta marcatamente veneziana con una banchina dotata anch'essa di corpi morti utilizzati, per la quasi totalità, dalle barche dei pescatori locali. Ci sono numerosi ristoranti in alcuni dei quali si mangia bene anche se manca quell'atmosfera selvaggia dei localini dei pescatori delle isole minori. Io solitamente vado al ristorante "A.S.", situato in una stradina nei pressi della banchina d'ormeggio. Vi si possono mangiare, con prezzi nella media, delle ottime grigliate di pesce, sopratutto scorfani che qui aprono a metà, lungo la pancia, e cucinano direttamente sulla brace, aromatizzandoli con erbe dell'isola. Se si è fortunati, e il padrone è in vena, in attesa che si cucini il pesce, ti porta dei pesciolini fritti (marsioni li chiamiamo a Venezia) che, pur essendo un piatto povero, per me sono una squisitezza. Nel paesino di Kut si trova il ristorante "Lambik", all'interno di un porticato di una vecchia caserma franco-inglese, dove, oltre al pesce, si possono trovare degli ottimi crostacei, scampi, aragoste, alla griglia o alla buzara.
Proseguendo lungo la costa verso E si incontrano 2 baiette adatte ad un ancoraggio diurno per un bagno e, al vertice NE dell'isola, dominata dal faro che si erge sul promontorio, la baia Stoncica, profonda e ben riparata, adatta a un ormeggio notturno. In fondo alla baia, raggiungibile col canotto, c'è un piccolo ristorante, “Konoba Lanterna Stoncica” (tel. 021.741952), un locale pulito e accogliente con una tettoia “Caraibica” sulla spiaggia fra grandi palme.
Nel costeggiare la costa orientale dell'isola, imbocchiamo uno stretto canale fra la costa e una serie di isolotti, Greben, Budocova e Ravnic, perfettamente navigabile, di giorno, prestando attenzione ad alcuni scogli affioranti, e ricco di luoghi adatti a una sosta, a un bagno, a una immersione. Nei pressi si trova la baia di RUKOVAC - 43°01’20’’N - 16°12’20’’E, spiagge di ciottoli bianchi con “acqua caraibica”, fondale buon tenitore, 2 trattorie “Dalmatino” e “Le Terrazze” un piccolo negozio e un molo dove, due volte al giorno, alle 11,00 e alle 16,00 arrivano le barche dei pescatori dai quali acquistare pesce freschissimo.
Un miglio più a SW incontriamo l’insenatura di RUDA - 43°01’38’’N - 16°11’85’’E, stretta insenatura in fondo alla quale, a sx, si apre una piccolissima baia, con qualche casetta sulla riva, dove si può ormeggiare portando le cime di poppa a terra.
La costa meridionale si estende in maniera rettilinea e uniforme fino a imboccare, superato il promontorio di Stupisce, il grande golfo di Komiza.
KOMIZA - 43°02'63''N - 16°05’15’’E. Il porto, ben riparato dallo scirocco, è costituito da una diga foranea sulla quale ci sono alcuni corpi morti, a pagamento, forniti di acqua e corrente (150 kune x notte - 2002). Il paese conserva un'impronta spiccatamente veneta con le sue calli abbarbicate al torrione fortificato che domina il porto. Vi si trovano: la posta, la banca, alcuni negozi e ristoranti anche se questo è forse il miglior posto della zona per acquistare del pesce o delle aragoste, da cucinare in barca, dalle piccole barche di pescatori ormeggiate in porto. Alla fine del molo, 50 m dopo la torre, sul lungo porto ombreggiato da grandi palme, c’è il ristorante “Komiza” dove fanno diversi piatti di pesce tra i quali un brodetto con l’aragosta. Sulla sx della baia c’è il ristorante “Bako” di Katica Borcic, Gunduliceva (tel. 021-715008 021-715742), con i tavolini affacciati direttamente sul mare, in una terrazza che guarda sul porto. Molto bello anche l’interno, arredato come una cantina, con anfore romane e una bella vasca di roccia piena di aragoste sebbene cucinino molto bene anche il pesce alla brace, branzini e San Pietro.
BISEVO - 42°59'16''N - 16°01'02''E. Nel visitare Vis e, in particolar modo Komiza, non si può evitare di fare una puntatina all'isola di Bisevo, una piccola isola ormai quasi disabitata, con un piccolo porto, poco adatto a permanenze prolungate con mutamenti metereologici, per visitare, nella baia di Balun, la Grotta Azzurra. Posta all'interno di un promontorio roccioso, a dirupo sul mare, può essere visitata solo a nuoto o col gommone, a condizione di lasciare qualcuno in barca essendo impossibile, per la profondità del mare, gettare l'ancora nei pressi. Il momento migliore per la visita è intorno a mezzogiorno, in una bella giornata, quando il sole penetra dalle fenditure conferendo alla grotta delle sfumature azzurrine.




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