Storia di Paura

di Daniele Zampighi

C'era una volta, un giovane patentato, oltre.
Pur di trovare da uscire e fare una gita, un giorno, trova un amico che ha un amico e relativa moglie disposti a noleggiare un cabinato e fare un Week-end all'Argentario. Partono felici ed il viaggio è scandito, invece che dai caselli autostradali, dalle risate e dagli aneddoti.
Il sabato mattina partono da Porto Ercole con un'arietta leggera, sole ma onda lunga che smorza gli entusiasmi ed accende il motore, il poco vento viene proprio dal Giglio: LA META. Dopo aver "pasturato" i 4 baldi giovani arrivano in una caletta del Giglio e si godono la meritata vacanza. Chi prova a fare il bagno (ad Aprile l'acqua è ancora gelida), chi prova a mangiare, insomma la pace ed i colori della primavera imperversano. Verso il tardo pomeriggio si alza un po' di aria ed il neo patentato decide che è meglio rientrare a Porto Ercole invece che al Giglio.
"Su le vele che adesso si naviga!"
Però lasciato il ridosso c'è un po' troppa aria ed allora si prende una mano di terzaroli... il sangue si agghiaccia nelle vene. Il tratto di mare offre mare incrociato e la barca dondola, l'unico un po' capace a tenere il timone è il patentato e non si riesce a mettere prua al vento perché la ragazza comincia a lamentarsi e qualcuno rischia di cadere in acqua. Dieci secondi, venti, trenta: deciso si tira giù tutto e si va a motore. La barca comincia a beccheggiare, ondeggire, la ragazza comincia ad avere una crisi e comincia a collassare. Che ironia, i gommoni sono lì che si divertono, il traghetto passa a poche centinaia di metri ed il patentato si sente impotente. La ragazza sta sempre più male e viene sorretta moralmente dal marito e dall'amico, ma pare che il cuore faccia fatica a reggere tale emozione.
"Chiediamo aiuto, nessuno lo negherà di certo" dice il patentato
"No non è necessario" si sente rispondere; ma pare che ad ogni onda la ragazza possa esalare l'ultimo respiro, anzi l'ultimo gemito.
Dopo un'ora e mezzo il cabinato arriva a Porto Ercole, dentro alla diga foranea le guance della ragazza passano dal bianco calce al rosa pesca; all'ormeggio c'è già un'altra persona. Il patentato si sente spaesato, non riesce a capire cosa era sbagliato. Un'ottima frittura a cena solleva un po' i dubbi, la giornata pesante porta tutti in cuccetta ma la notte non è rilassante ed un dubbio tormenta il sonno.
Il sole ed il tepore risvegliano le menti e con una buona colazione l'umore risale, si parte per Porto S. Stefano.
Stavolta il patentato può far assaporare agli amici la veleggiata, non c'é un gran vento ma quello che c'è può bastare a spegnere il motore e a dispiegare i bianchi lenzuoli alla brezza mattutina.
"Prova tu il timone"
"Che dici usiamo anche l'MPS?"

BANG! DLONG... DLONG...

Lo strallo sbatte a prua, l'avvolgitore salta sulla coperta come una palla da tennis.
Possibile? Possibile sì, sta succedendo!
Per fortuna il vento non è eccessivo, il patentato recupera la scotta del fiocco e lega strallo e vela alla battagliola, poi a motore rientra a Porto Ercole. Il responsabile del noleggio, sulle prime con atteggiamento stile "ma 'sti cittadini ne devono sempre combinare una" si rende conto che il perno in acciaio inox che tiene in tensione lo strallo e sorregge l'avvolgitore si è spezzato.
Mille scuse e la disponibiltà della barca fino a sera a piacimento.
Ma se il perno cedeva il giorno prima, IO come facevo? Stare al timone, soccorrere la persona in difficoltà, evitare danni, mare incrociato e gente inesperta che cerca di aiutarti ma si sente inutile...
Mi credete se vi dico che siamo tornati fuori 500 metri dal porto (giusto perché erano solo le 2 del pomeriggio) a fare il bagnetto e poi di nuovo a Bologna?

Avevo PAURA.

Quella che ti prende dopo, a freddo, quando lucidamente fai il punto di ciò che è successo. Quello che più mi ha fatto sentire impotente è stato la faccenda della ragazza, ancora adesso non so come mi sarei dovuto comportare nel caso che il perno avesse ceduto il sabato.

Comunque una certezza, dopo questa esperienza ce l'ho: mai più da solo con gente inesperta, almeno in due!