Mario Fabris: "Verso il Pacifico 11 - Isole Marchesi 2"

Sabato 1 giugno
Isola UA POU
Baia D'Hakahetau e Baia Hakahau

Anche l'isola di Ua Pou, di origine vulcanica, non è male, anzi si fa subito notare per gli alti pinnacoli che si stagliano verso il cielo; sono 12 in tutta l'isola, un record mancato da Mesner, le montagne superano i 1000 metri di altezza e pareti a strapiombo cadono sull'0ceano lasciando in evidenza lastre di granito pronte da essere lavorate. Ieri sera siamo arrivati poco dopo le 17 alla baia D'Hakahetau, ma alle 17.30 ... è subito sera, e non si vede neppure a prua della barca.
Stamane solita sveglia all'alba delle 6, grazie anche ad un violento acquazzone, ormai è diventata un'abitudine, e stancamente si fanno arrivare le 8: scendiamo a terra per un giretto, approdiamo ad un molo con un alto frangiflutti e ci troviamo di fronte un altro scenario da paese di favola: i ragazzini fanno il bagno tuffandosi in mare, i pescatori puliscono il pesce (grossi snappers pescati alla traina direttamente dalle canoe), ed alcuni giovani stanno mettendo le canoe in acqua per andare a pagaiare.
Saliamo lungo la solita unica strada, contornata di casette e piante colorate, ci fermiamo a prendere il pane, e veniamo a sapere che c'è un italiano poco distante che ha un ristorante; ci andiamo subito, e troviamo Piero, che di italiano ha solo le origini dei genitori siciliani; vive qui da 7 anni, sta bene ed è felice, ma oggi non lavora perché sta arrivando sua figlia da Parigi. Pazienza, comunque eravamo di passaggio, e poco dopo ce ne torniamo a bordo per salpare verso Baia Hakahau.
Distante solo poche miglia, è una baia con porto ben protetto, e diamo fondo mettendo l'ancora di poppa per rendere più sicura la permanenza. Ci fermeremo 2 giorni, sabato e domenica, e magari vedremo qualcosa di caratteristico, perchè sentiamo musica e c'è aria di festa ...e scoprirò che è vero. Nel pomeriggio non resisto, la musica mi incita, e decido di andare a terra a nuoto. Con 4+4 bracciate arrivo in spiaggia, e mi avvio in esplorazione; c'è una specie di ristorante dove cucinano alla brace, lungo la strada ci sono campi di bocce dove stanno giocando ed in fondo alla baia spicca una sala dove molte persone stanno a guardare e da dove arrivano la musica. È una maratona di ballo, per la quale si sono date appuntamento tutte le ragazze dell'isola, ed anche i ragazzi cresciuti come ragazze, secondo la consuetudine polinesiana per la quale il primo nato (maschio o femmina che sia) deve provvedere a tutti i lavori domestici; non vi nascondo che sono molto belli, cresciuti in mezzo alle ragazze, effeminati anche gestualmente, molto naturali e per questo senza dare fastidio.
La musica è tutta ballabile, non solo ritmi locali, ma la particolarità è che tutti ballano seguendo le indicazioni della maestra, con movimenti e gesti delle mani, braccia e bacino che rappresentano la simbologia e la tradizione polinesiana. In prima fila spiccavano alcune ballerine con un corpo da sballo, si muovevano sinuosamente e riscuotevano il plauso della platea. Mi sono allora ricordato di 10 anni fa, quando a Raitea assistetti al ballo che fecero in nostro onore quando arrivammo con la barca, e noi maschietti rimanemmo soggiogati dalla grazie del ballo e delle ballerine...
Sono rimasto attaccato alla ringhiera mezz'ora, il ritmo era contagioso, le ballerine anche, la musica accattivante e dopo mesi di digiuno da spettacoli di questo genere mi sono veramente divertito, molto, e poco prima che facesse buio sono rientrato a nuoto in barca , felice, per così poco...

Sapete chi era arrivato? Alessio, con il Baltic, che avevo incontrato a Scelter bay, prima di Panama, che ha attraversato il Pacifico in solitario in 18 giorni (mitico!) ed è alle Marchesi da un mese. Lui mi piace, e mi sono fermato a fare due chiacchiere sotto bordo alla sua baca.
Mi ha raccontato che alla prossima isola che toccheremo non dovremmo avere problemi con internet, e anche questo mi ha messo di buon umore.
Domani ci vedremo a terra, e ne faremo altre due... chiacchiere...

Domenica 24 mazo
Isla Cebaco- Ensenada Naranja

Il boccone migliore è stato il pentolino con le frattaglie del pesce pescato ieri (che spero dalle foto sulle news di www.refola.it qualcuno riconoscerà): sicuramente Franco e Renzo lo ricordano... olio, aglio, cipolla, peroncino, frattaglie, lime, vino bianco, sale, a fuoco alto 5 minuti finchè si consuma il sughetto...un bicchiere di vino rosso ed i gioco è fatto.
Poi ho preparato un'altra teglia, sempre con gli stessi ingredienti, ho tagliato a fettine due filetti del pesce pescato a mezzogiorno, una carne spessa e rossa non invitante ( a dire la verità) ma di buon sapore (ne avevo mangiato un pezzo crudo durante la macellazione), l'ho cotta 10 minuti sempre a fuoco alto, e ne è uscito un buon piatto: sembrava quasi carne e non pesce, magari carne di canguro, e me la sono gustata. Gli altri non ne sono stati entusiasti, a parte il comandante, evidentemente non c'era abbastanza fame...
Oggi a mezzogiorno infine abbiamo preparato un pezzo del filetto avanzato, solo per il comandante e per me: saltato sulla padella solo con un po' di olio...ci è piaciuto, sempre una carne saporita, ma mi sa che gli ultimi due filetti ce li mangeremo ancora noi due... Beh, oggi siamo arrivati in questa nuova baia, Ensenada Naranja, nell'isola Cebaco. Con sorpresa abbiamo trovato un piccolo marina gestito su boe, ad uso quasi esclusivo dei pescatori hobbisti. Ci hanno chiesto 2$ al piede, ma abbiamo preferito dar fondo davanti ad una bella spiaggia: tutti soldi risparmiati. Poi me ne sono andato a terra a nuoto, acqua stupenda, atterrando sulla spiaggia serfando sui frangenti, quasi uno sci nautico...come ai bei tempi quando, allievo ufficiale sull'ANNA C, a Palma de Maiorca , dopo aver sbrigato le pratiche consolari, venivo accompagnato con una vettura a mia disposizione ad un albergo convenzionato con la Chiariva (che gestiva le crociere) dove potevo usufruire di tutti i servizi per i clienti: piscina, bar, ed anche motoscafo per sci nautico... questo dalle 9 alle 12, giusto in tempo prima di rientrare a bordo perchè alle 13 si partiva con direzione Tunisi...che vita ragazzi.
A terra un fiumiciattolo sfocia in mezzo alla baia, provenendo dalle colline retrostanti: una vegetazione esplosiva, colori superbi e molte palme da cocco. Ne ho raccolta da terra una più grossa di un pallone da calcio, che poi ho portato a bordo, rimpallandomela fra una bracciata e l'altra, come a pallanuoto.

La sabbia è nera, soffice, e pulita, potrebbe essere questa un' isola vulcanica, e mi è venuta voglia di fare una corsa liberatoria... che gioia, dopo tanta staticità a bordo. C'era anche una location per i pescatori, ma senza ospiti: ci si arrivava attraverso una pista da fuoristrada, attraversando un giardino pieno di piante da frutto, unico guardiano un cane che mi si è avvicinato in cerca di carezze.
Bau bau, ce le siamo fatte... baubauuuuuuuu.

Mercoledì 5 giugno
Nuku Hiva

Vi siete mai punti con i ricci, quelli con gli aghi lunghi 10 cm che vi trapassano quasi il piede? Ebbene, è capitato proprio a me, che di solito sono molto attento, ma è stato inevitabile, e tutto a seguito di una.buona azione.
Ieri erra stata una giornata buona, dopo aver fatto le analisi in Ospedale (equipe gentilissima e preparata, anche se per un esame del sangue devono mandare le provette a Papete, per cui i risultati li riceverò via email...), ero riuscito a collegarmi ad internet e spedire tutte le foto in giacenza, oltre 250, collegarmi a skipe e spedirvi le news. Poi un pranzo alla marchesana con altri equipaggi, ed infine rientro a bordo... ma senza l'ancorotto del dinghi: si era impigliato sul fondo e non si riusciva a spedarlo, per cui lo avevamo lasciato in mare con una cima a terra in attesa di una soluzione. Il comandante mi ha chiesto se mi sentivo di scendere in apnea, fondale di 4/5 metri, non si vedeva niente per il fango portato dalla pioggia, ed il giorno prima sullo steso molo che funge anche da pescheria c'erano squali da 2 metri che divoravano gli scarti gettati a mare, ma con una certa riluttanza avevo accettato. Mi ero preparato di tutto punto, respirazione profonda e poi giù, nelle viscere del mare, seguendo prima la cima e poi la catena. Visibilità... a palpo, arrivo in fretta sul fondo e trovo l'ancorotto impigliato dentro ad un corpo morto; senza fatica lo libero e risalgo in fretta, perché anche se gli squali erano pinna bianca, che dicono inoffensivi, quando ti passano vicino non lasciano tranquilli, e lo metto sul dinghi. C'era bassa marea, l'onda dell'oceano ha un respiro di un metro, e la risalita sul dinghi era difficile, per cui il comandante mi dice di salire con la scaletta attaccata al molo, forse sarebbe stato più facile.
Purtroppo non è stato così, il riflusso dell'onda di un metro non consentiva un facile accesso alla scaletta, e mi son trovato improvvisamente senza acqua sotto i piedi, attaccato ad un piolo con le mani, e con i piedi a cercare un appoggio sulla parete del molo. L'ho trovato subito, anzi l'onda mi ci ha messo sopra quando con il cavo inferiore mi ha depositato su un gruppo di ricci neri che non si vedevano sui quali ho appoggiato il piede destro. Non vi dico il dolore, non sapevo cosa poteva essere stato, se mi ero tagliato oppure rotto il piede, poi ho pensato ai ricci, e a denti stretti con la paura di perdere la presa mi sono arrampicato con un piede solo in cima al molo, dove sono stramazzato ancora in preda allo spasmo.
Riesco a guardare il piede e vedo tante punte che sporgono dalle dita e dalla pianta, e capisco che mi è capitata grossa. Volevo andare subito in ospedale, ma alle 16 non c'è nessuno, e quindi non mi restava che farmi portare a bordo dove il comandante ha cercato di estrarmi qualche aculeo.
Purtroppo i risultati sono stati scadenti, il piede mi faceva male, ma non avevo alternative ne rimedi. La sera in rete fra radioamatori suggeriscono di fare bagni con acqua e sale, ma preferisco aspettare la mattina seguente ed andare in ospedale. Detto fatto, stamane ci sono andato, accompagnato da Angelo, mi hanno subito riconosciuto, la dottoressa mi ha preso in consegna il piede e mi ha dato la terapia: antitetanica, non metterci le mani con aghi, ma lasciare che la natura faccia il suo corso; tre impacchi al giorno con acque e betadine, pomata di osmogel, e in pochi giorni dovrebbero uscire o essere assorbiti, perché l'aculeo è calcareo, per cui deve sciogliersi, e mal che vada mi farà un po' male qualche giorno ma poi passerà.
Sarebbe stato meglio mettere subito il piede a bagno nell'aceto, per sciogliere l'ago, ma dopo 15 ore era tardi. Ora sono in ... branda, ho già fatto tre bagni e tre impacchi con la pomata, ho contato oltre 20 punti neri più o meno profondi, tre mi fanno male solo a guardarli, ma so che passerà, deve passare. Lunedì risaremo in porto e ripasserò dall'ospedale per un controllo, non si sa mai...
E così ho avuto anche questa esperienza, ma avrei preferito evitarla.
Oggi pomeriggio siamo partiti per fare il giro dell'isola, ci fermeremo nelle baie più interessanti, e porteremo a casa anche le impressioni di quest'ultima isola, sicuramente la più "occidentalizzata", anche se siamo lontani anni luce dalle nostre abitudini.

Giovedì 6 giugno-mattina

Sono scesi tutti a terra, e sono rimasto a bordo a curarmi le ferite, anche perché non appoggio ancora la pianta del piede. Però lo sapete che già da oggi non ho più punte di riccio che si vedano sulla pianta del piede? due sono uscite, forse le altre si sono sciolte ...meglio così.
Siamo nella baia del controllore, orientati per SE-NW, ormeggiati con due ancora (prua e poppa), per non soffrire di rollio, così la barca rimane ferma con la prua al mare (ma non al vento). Noi in Mediterraneo non siamo abituati a questo ormeggio, ma da queste parti è d'obbligo per non traversarsi, specie quando le onde entrano in rada da direzione diversa da quella del vento.
Tutto attorno a noi le montagne scendono ripide in acqua, dove anche qui regnano incontrastate le capre : ieri ne ho contato un branco di oltre 50, che in fila indiana attraversavano un costone con il caprone in testa... in fondo alla baia si apre la valle, coltivata a banane, vaniglia e cocco, e le sfumature di verde rigoglioso testimoniano la presenza di molta acqua dolce, ed infatti piove ogni notte.
Come vi dicevo non mi sono ancora fidato a scendere a terra, ho il piede ancora dolente, e ne approfitto per gustarmi questi spazi a bordo (di tempo e di luogo) con grande serenità. Gli amici che mi scrivono mio dicono che sono fortunato con questa esperienza, e di godermela, e pensandoci effettivamente devo riconoscere che sono riuscito a realizzare molti sogni, mettendo a profitto molte esperienze, che inserite nell'arco della mia vita possono risultare utili per molte riflessioni, se non come esempi
Sono sintonizzato con la radio su una stazione delle Marchesi in francese che trasmette anche bella musica, e mi rinfranca la buona scuola di questa lingua che ho ricevuto da giovane, a casa, dove con mia madre parlavo questa lingua abitualmente assieme all'italiano. Mi torna spesso utile, tant'è che anche ieri in ospedale mi hanno fatto i complimenti per la scioltezza con cui la parlo. Grazie mamma, anche se purtroppo basta l'astinenza di qualche mese per dimenticare le parole che servono.

Giovedì 6 giugno-sera

Siamo venuti con una breve navigazione in una baia a Nord che non smentisce la bellezza delle atre baie che abbiamo fatto finora. Un villaggio a terra, un'insenatura dove si sta tranquilli alla ruota, anche qui montagne che si stagliano alte tutto attorno , poche altre barche alla fonda, un ristorantino dove andremo a pranzo domani, un'acqua pulita e trasparente, un reef con teste di corallo che domani andrò a vedere.
Si sta bene, una pace che fa bene allo spirito, un cielo stellato e forse stanotte non pioverà.

Venerdi 7 giugno
Nuku Hiva - baia D'ANAHO

Mettiamo giù la traina? No! Abbiamo già il congelatore pieno! Ecco, questo mi fa incazzare, perché devo subire una cucina con piatti invernali, mentre potremmo gustare piatti freschi adatti a queste latitudini, con provviste locali, e dare giro alle riserve; abbiamo in congelatore ancora carne e gamberi da Cartagena, mentre potremmo divertirci a pescare, oltrechè eventualmente usare il pescato come merce di scambio. Pazienza.
Ieri abbiamo pulito l'opera viva della barca, 4 ore di duro lavoro armati di raschietto e carta/spugna abrasiva, ma con un buon risultato: le alghe verdi si erano formate lungo tutto il bagnasciuga, mentre sotto la carena erano bianche, forse per la mancanza di clorofilla. A mezzodì il comandante aveva prenotato un pranzetto a terra presso un pescatore, a base di poisson cru, pesce fritto e maialino al forno; peccato che fosse stato fissato come orario le 12, mentre noi siamo arrivati con mezz'ora di ritardo ed il cibo fosse tutto freddo, a parte il pesce crudo che non ne ha sofferto.
L'atterraggio alla spiaggia era avvenuto attraverso una pass, perché in questa insenatura abbiamo trovato il primo reef, con coralli e pesci in buona varietà e quantità.

Sabato 8 giugno Nuku Hiva-baia di Haapu

Siamo alla fonda, praticamente sotto l'aeroporto, tant'è che sul moletto attraccano i taxi acquatici da e per la capitale dell'isola, oltre a fermarsi periodicamente le navi che depositano le merci utilizzando le chiatte. Acque limpidissime, un bagno finalmente "giusto" ed una bella nuotata, con una visibilità sul fondo fino a 15 metri, tant'è che ho visto la catena e l'ancora ben piantata , oltre ad ammirare molte qualità di pesce, fra i quali quelli azzurri, piccolini, che sembrano fluorescenti, e mi ricordano altri meravigliosi fondali da favola che ho visto alle Surin Similan (Thailandia) , a Los Roques (Venezuela) e sul Ma Rosso... ma non solo.
Ora me ne sto sdraiato in pozzetto, l'ora della siesta pomeridiana, musica di sottofondo, all'ombra del tendalino, e davanti agli occhi il riverbero del sole sul mare, che mi riporta con la mente alla siesta nel pozzetto del sound of silence, alla fonda in un'isola dell'Egeo o a Premuda, dove accompagnavamo il percorso del sole durante il giorno, fra un bagno e l'altro, due cosette da mettere sotto i denti, il rito dell'aperitivo, con l'unica preoccupazione di stare bene, in pace, tranquilli e senza rotture di scatole, in armonia fra di noi e con il mondo! Mi piace, oggi è una bella giornata, forse la primavera giornata di mare anche grazie al sole che sembra essere ritornato a scaldarci le ossa e a debellare la pioggia (oggi è luna nuova.), ridando colore al paesaggio; e più tardi altra nuotata rigeneratrice: voglio tornare a casa in forma!

Domenica 9 giugno Nuku hiva-Daniels Bay

... e così con la sosta a Daniel Bay abbiamo concluso il giro dell'isola via mare, mentre martedì faremo quello via terra affittando un 4x4 e lasciandoci perdere nelle strade sterrate che girano tutto attorno all'isola e anche l'attraversano.
Con la luna nuova è arrivato il bel tempo, le baie hanno l'acqua limpida e anche oggi mi son fatto due belle nuotate, e durante i trasferimenti abbiamo potuto ammirare le conformazioni geologiche dell'isola. Ci sono vette alte ben oltre i 1000 metri, che si innalzano dal mare, guglie affilate che sembrano monoliti che si stagliano verso il cielo, altre a gruppi da far invidia alle 3 cime di Lavaredo.
Le capre sono ovunque, sui costoni a picco sul mare, macchioline bianche che si muovono "belando". Navigando sotto costa, e solo quando arriviamo al loro traverso, scopriamo profonde valli che dalla sommità della catena principale dell'isola scendono al mare oceano; non vi abita nessuno, sono rigogliosissime, e in alcuni spaccati la conformazione vulcanica dell'isola non è stata coperta dalla vegetazione, e spiccano i colori dei metalli rocciosi.
Daniel bay è l'ultima tappa, destinazione che non si può vedere dal largo: è una ampia conca che si apre davanti agli occhi dopo un percorso sinuoso fra alte rocce , come un canyon, circondata da alte montagne, dove alle 16 il sole scompare dietro alle cime conferendo all'ambiente un'atmosfera cupa.
Siamo arrivai a mezzogiorno, con il sole a picco, in uno sfavillio di colori: dalle sfumature di marron/nero delle rocce vulcaniche al verde delle valli, al bianco della spiaggia al blu dell'acqua; a terra si vedevano cavalli e mucche al pascolo, vicino alla foce di un torrente, e sulla spiaggia i bimbi delle barche alla fonda che giocano spensierati.
Uniche note negative i "noni", piccole pulci della sabbia che pungono, e le zanzare piccole piccole che lasciano grandi grandi tracce con le loro punture: ne so qualcosa, perchè mi hanno martoriato.
Domani rientreremo a Thoae, il villaggio principale, dove faremo provviste, mi collegherò a internet, spero a Skipe, e mercoledì saremo al mercato, spero con orario mattutino, prima di salpare per le Tuamotu, altra perla della Polinesia, dopo una traversata di 500 miglia circa.