Fabrizio Lacoste (CippaLippa): "Rientrato!"

Salve a tutti!
Eccomi di nuovo sulla terraferma dopo una lunga e faticosa esperienza da comandante di un maxi...

Sapevo di certo che non sarei stato in vacanza, ma indubbiamente non mi sarei mai immaginato di trovarmi in "certe condizioni" con un 80' piedi varato da appena un anno e considerata dagli esperti (testuali parole di un blasonato giornale di vela che si occupa di maxi-yacht) "una delle 7 barche più belle dell'estate" tra le quali spiccano il nuovo Swan 131 o il Southern Wind 100...

Comunque... consapevole che avere il comando di una così bella barca non è da tutti, dopo averne finalmente (dopo un inverno avaro di vento..) testate le qualità in giugno in Corsica con un bel mare da W con 35/45 nodi per tutta una settimana, mi sono imbarcato (in tutti i sensi!) per questa nuova avventura!
Dovendo trasferire la barca dalle coste laziali in Egeo, ho chiesto una mano ad un paio di amici fidati per alleggerire il mio lavoro e quello del marinaio, per coprire in soli 6 giorni circa 800 nm (la prima meta era Kos - dodecaneso, a poche miglia dalla costa turca).
La scelta tra canale di Corinto o Peloponneso l'avevo già presa prima di salpare, a favore del più diretto capo Tenaro, estremo sud della costa greca, consapevole che avrei potuto trovare molto più vento, ma comunque affascinato dal doppiare il Peloponneso con una rotta più diretta alla mia meta.

Devo ammettere che la navigazione da Gaeta alle coste del Peloponneso è stata sin troppo tranquilla, per la quasi totale assenza di vento. A parte una breve sosta per un bagno nelle acque della sempre affascinante Stromboli, abbiamo percorso oltre 550 nm sempre a motore (medie di 10 kn) in super relax con pranzi e cene da gourmet (a bordo avevamo anche 3 fanciulle) con tavole sempre imbandite a dovere, cosa che un 80 piedi ti permette di fare anche in navigazione.
Le uniche "difficoltà" (se così vogliamo chiamarle) le abbiamo riscontrate nel tratto dopo lo stretto di Messina fino al Peloponneso, rotta prettamente commerciale, incrociando navi cargo quasi fossimo sulla Salerno-Reggio calabria in periodo di esodo vacanziero!

11 luglio, mi alzo non prestissimo avendo finito il mio turno precedente alle 03 e vedo non troppo distante, la sagoma dell'estremo sud del Peloponneso, c'è qualcosa di strano nell'aria... ma è solo una mia sensazione e la tengo per me...

Mentre ci avviciniamo al capo, finalmente iniziamo a fiutare il vento che arriva...
Finalmente il palo in carbonio di 33 metri viene corredato della sua imponente randa alla quale diamo subito 2 mani, rimanendo in standby per la vela di prua in attesa di capire l'intensità e la direzione del vento dopo il capo.
A prua comunque è già armata e ingarrocciata allo strallo della trinchetta una bella vela in attesa di essere issata.
Come ci avviciniamo a capo Tenaro eccolo che arriva... il signor Vento! ;-)
Ci da subito il buongiorno con una trentina di nodi.... poco male... siamo su un 80 piedi!
La trinchetta va a riva... dopo un tentativo andato a vuoto di entrare a porto Cayo che sotto suggerimento di Franco Botta avrei tanto voluto vedere...
Proseguiamo per la nostra rotta... del resto con 2 mani e trinchetta si va alla grande... 10/11 nodi al log (gps)
La barca è equilibrata, si porta davvero con un 2 dita e direi che anche le raffiche fino a 35/36 kn non impensieriscono... finalmente un po' di sana vela dopo 3 giorni ininterrotti di motore!
Il vento sale, le raffiche ora arrivano fino a 40 ma non c'è quasi onda e la nostra andatura al gran lasco non mi impensierisce.
Siamo nel centro del canale tra il sud del Peloponneso e l'isola di Kityra, ora 40 nodi fissi... la barca comunque va tranquilla sempre sopra i 10 kn la randa ora è molto più aperta per navigare in totale sicurezza, il timone non sforza per nulla e siamo sempre molto equilibrati...
Sono alla ruota (nonostante i 40 nodi in totale relax), l'equipaggio è tutto in pozzetto a godersi lo spettacolo della natura... quando all'improvviso... :-((((((( sensazione difficile da raccontare...
la ruota del timone sotto vento non risponde più... corro sopravento...idem !!! :-((
Saranno passati forse 2 o 3 secondi in tutto ciò... mi rendo conto che non manovriamo e avviso l'equipaggio senza perdere la calma (almeno così ricordo... Fabio confermi?) Ordine deciso: giù tutto di corsa!!! due persone volano a prua a tirar giù la trinchetta mentre la barca oramai senza governo inizia ad andare all'orza... la trinchetta è appena ammainata che parte la prima straorza... mi si gela il sangue... vedo il boma park avenue (che è grande quasi quanto un monolocale!) che cambia bordo e si dirige a velocità incredibile verso le sartie... in quel momento ho visto 33 metri di albero in carbonio pronti a venir giù...
Ma Qualcuno lassù ci protegge (almeno un po'!) e la barca per fortuna tornando all'orza attutisce almeno un po' il fortissimo colpo... non capisco perché a poppa non cazzano 'stà randa... che continua a farci rabbrividire... capisco... il circuito (e la mano di Fabio!) ha mollato da una parte...
corro a prua e riesco a recuperare la scotta della randa in bando... la fisso ad un winch a piede d'albero e finalmente posso cazzare il circuito della randa mentre nel frattempo altri 2 tirano giù tutta la tela...
siamo ancora a galla e l'albero è ancora li... ora affrontiamo il prossimo pericolo seppur non imminente... gli scogli!

Prima di andare avanti con il racconto, vorrei precisare una cosa: in alcuni dei vostri post, probabilmente anche a causa mia, qualcuno ha fraintesoche la barca ha perso il timone... ovvero la pala!
Per fortuna l'avaria non è stata così grave, ma ribadisco ciò che Fabio Favata aveva già a suo tempo perfettamente descritto: la nostra avaria è stata la rottura di una giunzione tra la catena di una delle due ruote e i cavi di acciaio che arrivano alla pala del timone, che ripeto, NON abbiamo perso!
Riprendo il racconto... ;-)


faccio un check veloce... tutti sono a bordo :-D e nessuno si è fatto male (tranne la mano di Fabio ma ancora non me ne sono accorto)! Immediatamente mi infilo nel boccaporto che conduce all'ispezione dei timoni e dove c'è la barra di rispetto.
La estraggo dal suo alloggiamento insieme ad un paio di taglierini che avevo nastrato prima della partenza della Roma per tutti... illuso!!! :-)
Per aprire il "tappo" e alloggiare il timone di emergenza saranno necessari 2 coltelli stile rambo (non scherzo!) poiché la lama di un normale Leatherman non era in grado di aprire quel quadrato di teak tanto bello quanto ben sigillato con un enorme strato di sika! (altra str..zata di chi ha deciso di fare ciò in fase di progettazione!)
Lavorando contemporaneamente in 3 rischiando di tagliarci a vicenda, ci abbiamo messo circa 3 minuti a estrarre il coperchio ... che potrebbero essere troppi in una situazione di imminente pericolo di andare a scogli.
Altro check... nessuna cima è in acqua... accendiamo motore... iniziamo a prendere confidenza con la barra... che su un 80' investito da un vento di 35 nodi anche se con poca onda per fortuna... diventa una specie di lotta grecoromana per far mantenere la rotta voluta.
Siamo in 2 alla barra a contrastare le "bizze" della barca che non ne vuole sapere di andare dritta!
Però... almeno per ora il pericolo scogli è scongiurato.... ma soprattutto lo è quello di essere speronati da un cargo che nel frattempo si avvicinava a noi minacciosamente!
(Approposito.. quesito tecnico! chi sa quale segnale alzare a riva "di giorno" quando una imbarcazione non governa? eheh)
Rivediamo il nostro piano di rotta... prua su Monemvasia (primo posto "sicuro" distante ca 20 nm) che un membro dell'equipaggio conosce bene, dato che si prevede un arrivo in notturna...
Naturalmente la direzione del vento che veniva da NW, appena passato il capo estremo del Peloponneso, ci ha dato il benvenuto con un bel NE a 40 nodi fissi .... welcome Meltemi!
Dopo circa una mezz'ora di fatica bestiale alla barra, avendo nel frattempo avuto il tempo di ragionare sull'accaduto, mi viene un lampo! dico a Fabio di innestare l'autopilota e... d'incanto... :-)) la nostra fatica si interrompe!!!
Ovvio che il circuito dell'autopilota lavora direttamente sulla pala... ma forse in quei momenti in cui avevo altro a cui pensare, tanto ovvio non mi è sembrato!

Comunque... non è finita! anche se con l'autopilota innestato riusciamo ad andare a 7/8 nodi, mentre prima con la barra manuale non ne facevamo più di 2, sono preoccupato di dover manovrare in fase di ormeggio solo i "tasti" e per di più con un vento che non molla! ogni tanto pizzica anche sopra i 40 ma per fortuna non c'è mare.
Per finire in bellezza la giornata... arriviamo comunque di notte e la zona individuata su carte e portolani per buttare l'ancora è investita da mare e vento che seppur calato un pò non vuole mollare con i suoi 30 nodi fissi. Proviamo ad andare dalla parte opposta del promontorio dove sembra sia più riparato, alla fonda non c'è nemmeno una barca... almeno questo, penso io!
E no! mentre mi avvicino lentamente, in attesa che i 30 mt di fondale degradino un po'... mi arriva da dietro un enorme caicco di oltre 30 mt ... mentre dò ordine di calare l'ancora il caicco incurante del fatto che io stessi già filando l'ancora in mare, mi si affianca a sinistra, mi sorpassa, mi passa a prua e butta l'ancora non più di 10 mt avanti a dritta della mia! non ci voglio credere!!

A manovra di entrambi finita, ci ritroviamo in una baia larga almeno mezzo miglio, a non più di 20 mt l'uno dall'altro!! Sono inbufalito e con il megafono di bordo urlo al comandante turco che la sua manovra non è il massimo della marineria e che noi non possiamo manovrare perché senza timone!
Lui, insieme ad un membro d'equipaggio, viene sottobordo con il tender cercando di rassicurarci che tutto era ok! Io ed il mio equipaggio siamo sempre più allibiti!
Ma cerchiamo di mantenere la calma... viste le facce dei marinai! ;-)
Ci manca solo di fare a coltellate con i turchi per finire in bellezza questa giornatina...
Bando alle ciance... c'è un avaria a bordo da riparare!
Mentre le sante donne ;-) si mettono in cucina a preparare quella che sarà poi una super cena, io, Fabio e il marinaio iniziamo a lavorare sul problema... In circa tre ore, nonostante la lunga e stressante giornata, riusciamo a riparare l'avaria al timone sebbene, visto che oramai è quasi mezzanotte e dobbiamo ancora cenare... aspetteremo il giorno dopo per una prova pratica! ;-)

L'indomani, per fortuna, c'è un altro panorama al nostro risveglio... non c'è praticamente vento ed è una giornata meravigliosa!
L'ideale per mettere in pratica la nostra riparazione.
Si salpa verso Sifnos (ca 80 nm).
Le ruote rispondono di nuovo! mi sento più rilassato... ma non troppo! ;-)

Giornata di assoluto relax in navigazione a motore... arriviamo al tramonto a Ormos Vathi dove l'internazionale Favata ha degli amici anche qui! :-)
C'è tempo perfino di un tuffo e una nuotata, poi tutti a terra per una fantastica cena in una tipica taverna locale con i tavoli sulla spiaggia a pochi metri dal mare. E per finire... come se "Qualcuno" si volesse far perdonare dei trascorsi del giorno prima, siamo anche spettatori di una pittoresca festa locale (in pratica è la festa del paese!) con tanto di musica, balli locali (sirtaki) e vino a volontà fino a tardi... ;-)
Sembra di essere in vacanza! ;-)
L'indomani ci viene ricordato subito che siamo alle Cicladi!
Al nostro risveglio, c'è odore di meltemi... Prepariamo la barca e... iniziamo il "film" per alare il tender con... "la comoda manovra!" come ampiamente descritto su quel famoso giornale... Ve la voglio raccontare!

Premessa: il tender è un novamarine rh 400 (4 mt a chiglia rigida) con colonnina centrale, e tutti gli accessori del caso con un bel motore di 50 hp.
Tutto questo per favi capire quante centinaia di kg pesa un oggetto del genere.
Procediamo... l'alloggiamento del tender è in un vero e proprio garage posto a poppavia della timoneria e l'alloggiamento si apre per mezzo di un sistema idraulico che "spalanca" il ponte suddiviso in una doppia apertura (non mi soffermo - per ora - sulla progettualità di tale meccanismo perché anche qui c'è una bella pecca!).
Naturalmente dopo aver aperto il garage... c'è un mondo dentro! (cuscinerie, parabordi, attrezzature sub, ecc..) che vanno levati (e poi rimessi) per liberare l'invaso dove verrà poggiato il tender.
A questo punto, pronto l'invaso si affianca il tender alla barca con una persona a bordo.
Si estrae dal boma un asta con un terminale che farà da paranco inserendovi una drizza apposita.
Si sbraccia il boma fino a farlo trovare sulla perpendicolare del tender e si cala la drizza; a questo punto la persona a bordo del tender aggancia 4 cavi predisposti sul tender ad un unico grillo sulla drizza, risale a bordo e si comincia ad alare.
Naturalmente il tender mentre sale va tenuto a "guinzaglio" da un paio di cime opportunamente messe a poppa e prua dello stesso.
Arrivato all'altezza giusta si comincia a far rientrare il boma con il tender appeso... una volta centrato si può far scendere, con estrema cautela, perché naturalmente il tender entra pelo pelo...
e vai su con il trimmer per alzare il gambo del motore... e leva la calotta altrimenti tocca sui pistoni idraulici...
Tutto questo quando non c'è vento... ne vogliamo parlare quando ci sono 25/30 nodi con il tender che prende vento e vola ovunque e un boma park avenue di almeno 12 mt che una volta sbracciato diventa un killer?!? ...insomma, un vero film!!!
Finalmente alloggiato il bambino nell'invaso, si leva tutto, si rimette ciò che si era levato e se non si sono fatti danni ;-) si tira un sospiro di sollievo! :-))

Sistemato il tender, preparata la barca e riarmata la trinchetta, si salpa da Sifnos verso un'altra giornata di mare e vento...
Usciti dalla rada di Vathi ci vuole poco a capire che anche oggi sarà una dura giornata di vela... e siamo ancora riparati dall'isola! La randa sale e... il sottoscritto al timone smoccola silenziosamente nei confronti di Semeraro... 2 mani in così tanta superficie velica sono poche! La terza in questi casi ci starebbe tutta!
Va su anche la trinchetta e come le vele sono a segno la barca si stabilizza tranquillamente sugli 11 nodi con un vento apparente di circa 70/80° e un Meltemi che presto arriva a 40 nodi...
ma si intuisce che salirà...
Del resto ci stiamo dirigendo al centro delle Cicladi, la zona più ventosa dell'Egeo.
Facciamo rotta su Amorgos, dove abbiamo deciso di passare la notte.
Arrivati al traverso di Paros e Naxos il mare si alza enormemente e il vento sale pizzicando ogni tanto fino a 50. Noi poggiamo un po' aprendo ancora la randa, ma siamo sempre sui 10 11 nodi di velocità.
Ogni tanto un treno di onde più grandi del solito, ci ricorda quanto è potente la natura e anche se siamo su 24 metri di barca ci sentiamo piccoli, piccoli...
Per fortuna non c'è una nuvola e il sole riscalda velocemente i nostri corpi dopo le classiche valanghe d'acqua che ogni tanto frangono sulla murata. Ovviamente ad ogni minimo rumore anomalo io e tutto l'equipaggio ci interroghiamo con gli occhi cosa possa essere... il ricordo di un paio di giorni prima è sempre vivo!
Devo dire che nonostante le tante perplessità progettuali in coperta, la barca in navigazione si comporta magnificamente, sempre equilibrata, e mai in difficoltà anche con onde molto impegnative.
La matita di Vallicelli - in quanto a scafo e linee d'acqua - ha fatto un ottimo lavoro!
Arriviamo ad Amorgos nel tardo pomeriggio senza aver mai avuto un attimo di tregua dal Meltemi, mai sceso sotto i 40 nodi. Anche in rada ci sono una 30ina di nodi... che ci fanno immediatamente desistere dall'idea di scendere a terra al solo pensiero di dover di nuovo combattere con il tender!

... (continua)
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