22 settembre 2002

Una e-mail di Daniele Zampighi
Proprio non me lo aspettavo.
Giorgio è socio fedele di quel circolo e regatava sulla Star anche loro impegnate per una importante regata di classe.
Siamo riusciti a fare 2 chiacchere ed a bere un'aperitivo assieme. Comunque la domenica, per rispondere a Giorgio, siamo riusciti a fare l'ultima prova, a rientrare ed a caricare le barche sui carrelli stradali prima che arrivasse il temporale... Io personalmente sono arrivato ultimo sui 22 partecipanti ma pensando che ho rischiato l'annegamneto posso dire di essere contento di essere qui a scrivere. "Renato implora: raccontaci, dai, cosa è successo? Non puoi lasciarci in sospeso così..."
Zampighi e il gigante Giorgio Balich
Beh! banalmente: mentre allungavo il trapezio per contrastare un'aumento del vento, con la scotta randa tra i denti senza possibiltà di lascare immediatamente, il boma è finito in acqua rallentandomi e facendomi scuffiare. Tutto al rallentatore, tant'è che sono rimasto "dentro" lo scafo.
Ho approffitato della situazione per lascare il vang ma l'albero si è riempito subito di acqua e la barca è andata verso i 180°. Tranquillamente ho provato ad uscire ma uno scottino mi fermava da qualche parte.
Allora tranquillamente ho controllato di non essere agganciato con il trapezio tanto l'aria che c'è nel pozzetto mi serve come riserva. Haimé il pozzetto del Contender NON ha molto volume ed un'onda maligna mi ha interrotto il respiro a metà schiacciandomi la barca sulla testa e mettendomi sotto.
Ho fatto appello a tutta la mia capacità di rimanere lucido e tranquillo anche in apnea e con poca aria nei polmoni perché l'agitazione e la paura sono pericolosissimi (considera che il giubbetto ti fa galleggiare e quindi continuavo a stare "schiacciato" contro la coperta).
Mi sono spinto decisamente verso il basso e poi ho cercato di nuotare fuori scivolando tra le cime che galleggiavano attorno. L'ultima apnea sarà durata circa 20-30 secondi e sono riemerso. Ho tossito acqua per un pochino perché tanto non si riesce a respirare bene subito, mi sono ripreso per poi ho raddrizzare la barca e rientrare.
Era l'ultima prova della giornata ed ormai non recuperavo più nessuno. Poi a terra ho incontrato Giorgio Balich e mi sono rinfrancato un po'.
Durante l'inverno rivedrò un po' le scotte e le cimette con le loro lunghezze. I migliori hanno pochi ammennicoli e ben messi. Inoltre mi sono deciso a rendere il più possibile chiuso l'albero per farlo galleggiare un po' di più. Purtroppo bisogna viverle certe esperienze per imparare a gestirsi l'attrezzatura! Bah!


Daniele Zampighi